Società Telefonica Interregionale Piemontese e Lombarda, Stipel
Storia
STIPEL, o Società telefonica interregionale piemontese e lombarda, fu una società telefonica che operò tra il 1925 e il 1964 nelle province delle attuali regioni Piemonte, Valle d'Aosta e Lombardia, e nel 1964 sarà fusa e incorporata nella SIP.
Fondata a Torino il 10 giugno 1924 con il nome di STEP - Società telefonica piemontese da un gruppo di imprenditori, nel luglio 1925 si aggiudicò la concessione dell'esercizio telefonico per la prima delle cinque zone in cui lo Stato aveva suddiviso il territorio, corrispondente alle regioni Piemonte (che allora comprendeva anche l'attuale Valle d'Aosta) e Lombardia. Non essendo in possesso delle risorse finanziarie necessarie all'aumento di capitale minimo che il governo richiedeva, vale a dire 50 milioni di lire, venne richiesto un aiuto alla società finanziaria Alta Italia per poter partecipare all'asta. Di fatto controllata da SIP, questa non appena vinta la gara prese il pieno controllo della società, cambiandone il nome in STIPEL ed elevando il capitale sociale a 100 milioni di lire con un contributo di 75 milioni di lire. Il CdA di STIPEL si insediò ufficialmente a Milano il 1º luglio 1925; tra i consiglieri si trovava anche il presidente di FIAT, Giovanni Agnelli.
Dal punto di vista tecnico si procedette subito alla bonifica e al raggruppamento delle piccole reti in un unico centro principale, rendendo disponibili più collegamenti e migliorando di conseguenza il servizio. Seguì l'ampliamento dei collegamenti nelle vecchie, obsolete, centrali telefoniche ex statali, sostituendo quelle inefficienti e creandone di nuove, automatiche e semiautomatiche. Furono ampliati i servizi telefonici; si interrarono le vecchie linee aeree ed infine si crearono nuovi impianti, se necessario, nei comuni non ancora raggiunti dalla rete telefonica. Radicali furono le scelte anche dal punto di vista organizzativo della società, che venne divisa in tre reparti direttivi affiancati da una segreteria generale: il primo tecnico, il secondo amministrativo ed il terzo commerciale.
Nei primi anni trenta, STIPEL promosse una campagna per la diffusione degli apparecchi telefonici pubblici a gettone, spesso accompagnati da iniziative per facilitarne l'uso - per esempio, l'introduzione di tabelle segnaletiche luminose poste sopra agli apparecchi. La prima cabina telefonica in strada fu poi installata proprio da STIPEL il 10 febbraio 1932, a Milano, in Piazza San Babila. Nel 1930 l'IRI acquisì la SIP. La STIPEL fu quindi scorporata dal gruppo elettrico, insieme alla TELVE e alla TIMO, ed entrò nella STET, la finanziaria del settore telefonico, fondata nel 1933 da IRI.
A seguito del decreto legge del 17 novembre 1938 del governo Mussolini, il cui articolo 13 vietava alle persone ebree di lavorare alle dipendenze di enti pubblici, aziende statali e parastatali, il 1º maggio 1939 furono licenziati 14 dipendenti STIPEL. guerra terminata, uno di questi dipendenti ricorse alle vie legali per essere riassunto. Il processo si concluse il 24 febbraio 1948, con una sentenza della Cassazione che obbligò la società alla riassunzione del lavoratore, tuttavia senza il diritto né all'indennità di anzianità per il periodo di estromissione, né al ritorno nella posizione specifica precedentemente occupata visto che il licenziamento era stato anzi un obbligo di legge per l'azienda.
Durante il secondo conflitto mondiale, in particolare l'8 settembre 1943, si costituì un gruppo di partigiani nella STIPEL, il quale perse però nel giro di pochi mesi i propri capi (arrestati o fucilati) - per riprendere vita un anno più tardi, a stretto contatto con i movimenti partigiani di Matteotti. Il gruppo attivo a Milano si occupava soprattutto delle intercettazioni delle comunicazioni tra i comandi fascisti; il gruppo piemontese, invece, si occupava principalmente di creare piccoli sabotaggi alle linee, per causare guasti. Erano i tecnici più preparati ad eseguire queste azioni, sapendo anche come ripararli in seguito il più velocemente possibile. Nel 1964 La STIPEL e le altre quattro concessionarie, TELVE, TIMO, TETI e SET, si fusero per essere incorporate nella nuova SIP - Società Italiana per l'Esercizio Telefonico, cessando così di esistere.