La Società cooperativa ferroviaria di consumo fu fondata da lavoratori delle ferrovie nel 1874.
Ebbe uno sviluppo quasi lineare e non incontrò gravi difficoltà potendo contare su una base di soci dotati di un impiego stabile e forse, soprattutto, sulle facilitazioni ad essa concesse dalla società che gestiva le ferrovie. Certamente, lo stretto legame con la società delle ferrovie fu facilitato dalla rigida apoliticità della cooperativa e dalla gestione condotta secondo criteri stretamente commerciali. Come già l'Ago, anche la Società cooperativa ferroviaria si adeguò al sistema piemontese di cooperazione, con la differenza che, non essendo società di mutuo soccorso, gli utili derivanti dalla gestione venivano distribuiti ai soci.
Nel decennio 1882-1892 la cooperativa ferroviaria raggiunse il massimo delle sue possibilità di sviluppo, potendosi estendere soltanto al ristretto gruppo di ferrovieri e, soprattutto, essendo limitata la sua attività al campo commerciale. Questo impediva un'estensione delle sue strutture nei confronti dei servizi sociali, per cui molti ferrovieri preferivano iscriversi all'Ago.
Nel 1892 ci fu un rivolgimento all'interno della Cooperativa dovuto alla vittoria di un gruppo di giovani socialisti nelle elezioni per il rinnovo del consiglio di amministrazione; venne nominato presidente, il socialista, Quirino Nofri. L'elemento più importante introdotto dai socialisti della Cooperativa ferroviaria fu l'adozione del sistema rochdaliano, basato sulla vendita delle merci a prezzi correnti di mercato, con la ripartizione degli utili fra i compratori in misura corrispondente agli acquisti.
I socialisti conservarono la maggioranza nel consiglio di amministrazione fino all'avvento del regime fascista che, in seguito, nel 1933 fuse la cooperativa ferroviaria nell'Act.
[informazioni e frasi riprese da: Aurelia Camparini, Renata Yedid, L'Alleanza cooperativa nella storia del movimento operaio torinese, in Storia del movimento operaio, del socialismo, delle lotte sociali in Piemonte. Dalla ricostruzione ai giorni nostri, a cura di G. M. Bravo e Aldo Agosti, vol. 4, De Donato, bari, 1981, pp. 479-517