Società tramvie elettriche di La Spezia

  • Storia

    Dopo la stipula di un accordo fra il Comune della Spezia e la Regia Marina per l'impianto di una tranvia a cavalli su alcune strade allora militari, il primo atto per la realizzazione di una rete tranviaria avvenne il 15 marzo 1899 quando fu approvata una nuova convenzione con la società Helios Elektricitats Aktiengeselleshäft di Colonia-Herenfeld per l'impianto di una vera e propria rete a trazione elettrica.
    I lavori di posa in opera dei binari furono completati due anni dopo, assieme a quelli di realizzazione del deposito-officina sito in località Canaletto. Il servizio fu avviato, senza una cerimonia inaugurale, il 22 luglio 1902 e l'esercizio affidato alla Società Tramvie Elettriche della Spezia (STES), controllata dalla stessa Helios la quale curò anche l'installazione della illuminazione elettrica cittadina.
    Al momento dell'inaugurazione la rete era composta dalle seguenti linee:
    Migliarina a Mare-Viale Margherita
    Migliarina a Mare-Stazione Passeggeri Rete Mediterranea
    Diramazione di via Chiodo fino al viale Umberto I
    L'espansione della rete: nell'agosto 1904 venne aperta la linea verso il quartiere Chiappa, che comportò l'arrivo di nuove vetture; nello stesso anno il pacchetto azionario della Società Tramvie Elettriche della Spezia passò alla Banca Commerciale Italiana.
    Nel 1905 fu la volta del prolungamento Migliarina Mare-Migliarina Monte (località in seguito divenute note rispettivamente come Canaletto e Migliarina) e, l'anno dopo, dello storico esperimento di una linea filoviaria La Spezia-Fezzano; conclusa la sperimentazione tale servizio, limitato a Cadimare, fu tranviarizzato nel 1909.
    Nel frattempo, analogamente a quanto avveniva all'epoca in altre città, fu intrapreso un piano di trasformazione delle vetture con chiusura delle piattaforme mediante vetri.
    Una nuova espansione della rete si ebbe nel 1910, allorché fu attivato il prolungamento fra il Cantiere di San Bartolomeo e il Cantiere Ansaldo, al Muggiano, cui seguirono nel 1913 l'anello di ritorno in piazza Chiodo e nel 1915 la tratta autorizzata con Regio Decreto 775 del 9 giugno 1912, di collegamento fra Fossamastra e lo stabilimento Vickers Terni; quest'ultimo fu in seguito ceduto all'Ansaldo divenendo dapprima Odero Terni e successivamente OTO Melara.
    Nel  1916 il gruppo Ansaldo rilevò dalla Banca Commerciale Italiana il pacchetto azionario della Società Tramvie Elettriche della Spezia, distribuendolo fra le controllate Ansaldo, Ansaldo San Giorgio e Cerpelli; la nuova proprietà, che rappresentava il principale gruppo industriale cittadino, ottenne dalla Marina Militare la concessione del binario lungo 6 km che conduceva dall'Arsenale al cantiere di San Bartolomeo al fine di realizzare un collegamento per le proprie maestranze.
    Crisi e il declino: al termine della prima guerra mondiale iniziarono i lavori di costruzione dell'importante prolungamento per Lerici, che nelle intenzioni dei progettisti avrebbe dovuto raggiungere Sarzana e Carrara ma che tuttavia, anche in conseguenza della crisi economica sopraggiunta, non venne portato a compimento; fra le opere realizzate figura la galleria degli Scoglietti, poi riconvertita al solo traffico automobilistico, lungo la nuova strada allora in costruzione. I lavori di costruzione di quest'ultima vennero interrotti nel 1922 a causa del fallimento della Banca Italiana di Sconto e la stessa società tranviaria finì in crisi, dovendo chiudere l'esercizio per ben 42 giorni. L'azienda fu acquisita fra il 1923 e il 1924 dalla Società Idroelettrica Ligure (SIEL), poi assorbita dalla Compagnia Imprese Elettriche Liguri (CIELI) del gruppo Edison.
    Un ultimo tronco di tranvia fu attivato nel 1927, a collegamento del viale San Bartolomeo col cimitero dei Boschetti.
    Un progetto di profondo rinnovamento della rete e degli impianti fu commissionato alla società SAER di Milano che fu consegnato il 14 aprile 1939; l'avvio del secondo conflitto mondiale impedì tuttavia la sua attuazione. La distruzioni causate dai bombardamenti alleati causarono numerosi e gravi danni alla rete tranviaria, rendendo inservibili numerose vetture.
    Nel dopoguerra la rete subì i primi ridimensionamenti: l'anello di piazza Chiodo non fu ricostruito e i binari lasciarono via Chiodo per percorrere il percorso più esterno attraverso viale Amendola e viale Italia.
    Municipalizzazione e chiusura:  il 1º ottobre 1948, dopo due anni di proroga concessa alla Società Tramvie Elettriche della Spezia fu attuata la municipalizzazione del servizio di trasporto pubblico, affidato alla neocostituita azienda Filovie Tranvie e Autolinee Municipali (FITRAM), la quale assunse la gestione della rete filotranviaria urbana, delle autolinee a servizio di "colli" e della flotta di vaporetti in servizio nel golfo. La nuova gestione avviò un vasto programma di estensione dei servizi automobilistici e di filoviarizzazione della rete urbana. L'ultima corsa tranviaria, sulla linea 3 per Pegazzano, avvenne il 24 gennaio 1951.

    https://it.wikipedia.org/wiki/Rete_tranviaria_della_Spezia