L’Angelo Emo è stato un sommergibile della Regia Marina varato il 29 giugno 1938 ed entrato in servizio il 14 ottobre dello stesso anno, intitolato all'importante ammiraglio veneziano Angelo Emo (03/01/1731-03/03/1792).
Il sommergibile ha svolto operazioni militari in numerosi mari internazionali: al largo del Marocco, nell'Atlantico centrale, presso la città francese di Bordeaux, in Scozia, in Irlanda dove il 09/03/1941 viene attaccato da un aereo mentre cerca un convoglio: due bombe scoppiano vicino ai timoni bloccandoli e facendo dapprima emergere il sommergibile (in navigazione a 20 metri di profondità) e facendogli poi perdere quota sino a 110 metri. Risolto il problema avvista una portaerei, ma deve immergersi per la presenza di un cacciatorpediniere. Il 14 marzo silura e affonda il piroscafo inglese Western Chief (5759 tsl) e quattro giorni dopo colpisce con un siluro un altro mercantile, il Clan Maciver (4500 tsl); quest'ultimo, tuttavia, cannoneggia l’Emo e cerca di speronarlo, obbligandolo ad immergersi e allontanarsi. Il 19 marzo il sommergibile si avvia sulla rotta di ritorn verso la base navale di Bordeaux. Dopo poco silura due trasporti stimati rispettivamente in 3.000 e 1.900 tsl; non essendovi conferme è probabile che le due navi vengono semplicemente danneggiate. Subisce poi caccia con bombe di profondità che riescead evadere senza danni gravi e il 20 giugno torna alla base. Il 1º ottobre 1941 attracca a Napoli. E' tra i sommergibili inviati contro un convoglio britannico nella Battaglia di mezzo giugno 1942, ma non incontra navi nemiche. E' nuovamente inviato contro le unità britanniche due mesi dopo, nella Battaglia di mezzo agosto, ed in questa occasione lancia quattro siluri contro un incrociatore nei pressi dell'isola La Galite, avvertendo tre esplosioni, ma non vi sono riscontri di danneggiamenti.
Il 7 novembre 1942 salpa da Cagliari e si porta nella sua zona d'agguato a sud della Sardegna; inviato poi a nord di Algeri per contrastare lo sbarco alleato, il 10 novembre viene rilevato dal peschereccio antisommergibile HMS Lord Nuffield che lo bombarda con cariche di profondità arrecandogli gravi danni e obbligandolo all'emersione; dopo un breve ma violento scontro d'artiglieria, nel quale rimangono uccisi 14 uomini dell’Emo (un guardiamarina, 3 sottufficiali e 10 fra sottocapi e marinai), il comandante, dato che non c'è possibilità di scampo (i motori sono inutilizzabili) ordina l'autoaffondamento, mentre i superstiti vengono tratti in salvo e detenuti come prigionieri di guerra dall'unità britannica.