Figlio di un impiegato delle ferrovie in servizio a Milano, Luciano Tavilla aveva appena terminato gli studi presso una Scuola di avviamento industriale quando decise di unirsi ai partigiani che combattevano in Val d'Ossola. Inserito in una formazione, poco tempo dopo, per quanto fosse giovanissimo, gli fu affidato il comando di un distaccamento della Brigata Garibaldi "Mario Flam". Il ragazzo si distinse per il suo coraggio in numerose azioni contro i nazifascisti e cadde con le armi in pugno, proprio nel giorno dell'insurrezione popolare. Questa la motivazione della ricompensa al valore che gli è stata concessa: "Giovane combattente della lotta di liberazione, audace fra gli audaci, in dure situazioni di vita ed in aspri scontri fu sempre di costante esempio ai compagni e ai dipendenti. Particolarmente si distinse nei combattimenti di Valgrande di Intra e di Verbania. Nei giorni dell'insurrezione generale, conducendo con valoroso impeto il suo distaccamento contro i tedeschi che ancora duramente resistevano, cadde da prode sul campo".