Il Teatro Paganini è stato un teatro italiano con sede a Genova. Inaugurato nel 1855, aveva sede nella centrale via Caffaro. Dopo poco meno di un secolo di attività, fra il 23 e il 24 ottobre del 1942 fu quasi interamente distrutto dai bombardamenti su Genova della seconda guerra mondiale e non più ricostruito, sostituito da un edificio residenziale in stile moderno.
L'edificio era di grande eleganza e sontuosità: esternamente ornato da colonne, e internamente ricco di stucchi, dorature, fregi e drappeggi. Già durante la costruzione ricevette gli elogi dalla stampa specializzata, la quale nel dicembre 1854 scriveva che «il nuovo teatro [...] se non per vastità almeno per eleganza sorpassa quello del Carlo Felice». Mentre nel 1873 veniva descritto come «un teatro elegantissimo», e paragonato per importanza col Teatro Manzoni di Milano e il Carignano di Torino. In più occasioni, anzi, in base all'organizzazione della proprietà dei palchi ed essendo gestito dallo stesso impresario, il Paganini si trovò a portare in scena rappresentazioni e concerti di rilievo superiore a quelli del Carlo Felice, col fine di ottenere maggiori profitti dalle opere di più alto richiamo.
Il teatro ebbe una certa importanza anche sulle sorti della nazione, dacché qui si tenne la prima assemblea dell'Associazione dei Comitati di provvedimento, presieduta da Giuseppe Garibaldi, appositamente giunto il 9 marzo 1862, alla presenza di circa 400 convocati. Quando Vittorio Emanuele II era divenuto re d'Italia nel 1861, il nuovo Regno ancora non includeva né Venezia, né Roma, fatto che costituiva fonte di tensione nella politica interna. L'assemblea si tenne pochi giorni dopo le dimissioni del successore di Cavour, Ricasoli. Nella riunione al teatro Paganini, Garibaldi additò nuovamente Venezia e Roma, e l'assemblea terminò con la costituzione della Società emancipatrice di cui Garibaldi fu nominato presidente.
La sala era a ferro di cavallo, finemente arredata, disponeva di 5 ordini di palchi e un loggione, ogni ordine contava 29 palchi. Il sipario era opera del pittore Giuseppe Isola e raffigurava Il trionfo del Petrarca in Campidoglio. La platea aveva misure di 17x18 per 16 metri di altezza. Il palcoscenico, 30x22 per 24 metri di altezza. Due rampe di scale in marmo conducevano ai palchi. Al piano del secondo ordine si trovavano tre sale «graziosamente dipinte» ad uso di caffè e biliardo. Una ulteriore sala da caffè era situata sull'angolo destro del teatro, con accesso sia dalla strada antistante, sia internamente dal vestibolo per il pubblico. Al piano del quarto ordine erano presenti ulteriori tre sale dove avevano luogo le prime prove delle opere, e che venivano convertite in ridotto in occasione di feste da ballo, o come sfogo in caso di eccesso di spettatori.
Superiormente era collocato un appartamento adibito a eventuale abitazione dell'impresario, oltre ad altri locali per l'alloggio del custode, e degli uffici. Salendo altre scale vi era la sala della sartoria e quella dei pittori. Il teatro era fornito di camerini per gli artisti, per il corpo coristico, la banda, i corifei e le comparse. Era infine abbondantemente provvisto d'acqua corrente per la pulizia, elemento non comune e pertanto riportato nelle descrizioni dell'epoca.