Silvio Tomasi inizia la carriera militare nel 1934 con la campagna d'Africa e passa ad Effettivo per Merito di Guerra. A fine 1937 viene trasferito a Ventimiglia dove, nel giugno del 1940, partecipa all'offensiva sul fronte. La proposta di concessione della Medaglia d'Argento dal col. Tonizzi non viene accettata in quanto non appartenente al Pnf. A luglio viene trasferito al 14° Reggimento Fanteria di stanza a Chieti e da lì parte per il fronte greco-albanese, dove in gennaio viene colto da un grave congelamento degli arti inferiori che lo lascia con un'invalidità permanente. Su richiesta dell'89° Reggimento viene nuovamente destinato a Ventimiglia e, nel luglio 1942, torna in servizio con disapprovazione del col. medico dell'ospedale di Genova. A dicembre un nuovo congelamento lo sorprende sulle rive del Don in Russia; rimpatriato e ricoverato all'Ospedale Putti di Bologna rinuncia alla convalescenza e riprende il suo posto stavolta come Aiutante maggiore del 1° reggimento. L'8 settembre 1943 lo trova a Monza come prigioniero dei tedeschi da cui fugge grazie all'aiuto della moglie sig.ra Ballestra Livia. Nell'inverno 1943-1944 a Ventimiglia organizza una Gap e diventa instancabile combattente della Libertà, ma viene ancora arrestato nel maggio 1944 assieme a molti suoi collaboratori. Dopo un periodo nelle carceri di Imperia causa di svariati maltrattamenti, viene consegnato alle SS e per questo rinchiuso nel Carcere genovese di Marassi. Da lì viene deportato nel campo di concentramento di Fossoli (MO), poi a Mauthausen il 1° agosto ed infine nel campo di eliminazione di Gusen I. I compagni presenti assieme a lui ne confermano il coraggio e la serenità in attesa della Liberazione, nonostante le indicibili condizioni del campo.
Fonte: La biografia della sua vita, tracciata dalla moglie Ballestra Livia, è reperibile nel Fondo Cln Imperia, busta I 114, fascicolo "Cln Ventimiglia" conservato nell'Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea, Ilsrec, di Genova.