Lavorava ai Cantieri navali "Odero Sestri" ed aveva prestato servizio militare in Marina come furiere. Dopo il congedo, Torre aveva ripreso il suo lavoro in fabbrica. All'annuncio dell'armistizio, lasciò i cantieri ed entrò in una formazione partigiana del CVL di Genova. Ferito durante uno scontro con i fascisti e catturato, per un mese Torre resistette ad ogni sorta di tortura, finché non fu fucilato ai bastioni di Forte San Giuliano. Questa la motivazione della MdO alla memoria: "Dopo l'armistizio, per quanto in menomate condizioni di salute, entrava entusiasticamente a far parte del movimento di liberazione e si distingueva ripetutamente, nel corso di difficili e pericolose missioni, per decisione e coraggio. Ferito nella esecuzione di un colpo di mano, imponeva ai compagni di porsi in salvo e permetteva loro di farlo con l'attirare su di sé l'attenzione degli inseguitori. Caduto nelle mani del nemico, veniva, per un mese, sottoposto a crudeli sevizie e manteneva sino alla fucilazione fiero ed esemplare contegno, nulla rivelando sull'organizzazione partigiana".