Dopo l’annessione della Repubblica di Genova al Regno di Sardegna nel dicembre 1814, Oneglia entrò a far parte del circondario di Nizza, il cui Senato deteneva il diritto di giudicare in grado di appello, anche se il governo sardo, in base a un impegno assunto nel corso del Congresso di Vienna, manteneva in vigore, nel territorio ligure, il Codice Civile e il Codice di Commercio francesi. Il 23 aprile 1816 il re di Sardegna Vittorio Emanuele I, con regie patenti, aveva suddiviso la provincia di Oneglia, per quanto riguardava le cause di natura commerciale, nel distretto dipendente dal Tribunale di Sanremo, con giurisdizione sui mandamenti di Sanremo, Taggia, Ceriana, Bordighera e Triora, e in quello del Consiglio di Giustizia di Oneglia, per gli altri mandamenti della provincia. Con editto emanato il 27 settembre 1822, poi entrato in vigore il 1° gennaio dell’anno successivo, Oneglia veniva eretta a sede di Tribunale di prefettura di quarta classe. Il personale dell’organo giudiziario comprendeva un prefetto, due assessori, un avvocato fiscale, un segretario attuario, un avvocato e un procuratore dei poveri. Il Tribunale di prefettura era competente in appello contro le sentenze dei giudici di mandamento per reati puniti con pena pecuniaria superiore a dieci lire; giudicava in primo grado per le cause commerciali, il contenzioso amministrativo e una serie di contravvenzioni e delitti, con sentenze inappellabili, se eroganti pene fino a trecento lire o fino a quindici giorni di carcere, e in materia civile per le cause di valore fino a trecento lire, mentre le sentenze erano appellabili solo se erogavano pene superiori a 1200 lire. Il tribunale onegliese, così come quello di pari grado istituito contemporaneamente a Sanremo, dipendeva in grado di appello dal Senato di Nizza, che applicava la legislazione sabauda, tranne che nelle cause civili di primo grado.
Dopo la promulgazione dello Statuto albertino nel 1848, l’articolo 215 della legge comunale e provinciale aveva affidato al Consiglio divisionale di Nizza il compito di «dare pareri sopra i cambiamenti proposti alla circoscrizione della divisione, delle sue province, degli uffici di insinuazione, dei mandamenti e dei comuni e sulla designazione dei capoluoghi». Basandosi su tale disposizione, il comune di Porto Maurizio, memore di essere stato capoluogo del distretto durante il periodo napoleonico, chiese al Consiglio divisionale di Nizza lo spostamento del capoluogo della provincia da Oneglia a Porto Maurizio, che si riteneva superiore come numero di abitanti, attività commerciale e capacità industriale. Si opponeva però a tale richiesta il comune di Oneglia, che, documenti storici alla mano, dimostrava l’infondatezza della domanda avanzata dal comune portorino, che, alla fine, dopo il voto sfavorevole di quasi tutti i comuni della provincia, veniva respinta, una prima volta dal consiglio provinciale, e poi, definitivamente, dal consiglio divisionale.
Con la cessione del circondario di Nizza alla Francia, sancita dal trattato di Torino del 24 marzo 1860, si ripropose il problema di dare una nuova sistemazione amministrativa al territorio dell’ex provincia sabauda rimasto al Regno di Sardegna. L’amministrazione comunale di Oneglia, non dubitando nemmeno che la nuova provincia avesse come capoluogo la stessa città di Oneglia, il 1° aprile 1860 consegnava al Consiglio dei ministri un memoriale, con cui auspicava: il passaggio del porto cittadino dalla seconda alla prima categoria; il trasferimento a Oneglia del magazzino generale dei sali, già esistente a Nizza; l’istituzione della direzione delle dogane e del Genio civile con giurisdizione dal nuovo confine con la Francia a quello con il circondario di Savona; la permanenza in città di un’adeguata guarnigione militare, necessaria per la difesa del confine e l’erezione di un nuovo liceo, che rimpiazzasse quello di Nizza e che sarebbe stato invece istituito a Sanremo. In particolare, nel memoriale gli amministratori comunali onegliesi chiedevano al governo sabaudo di istituire nella loro città una corte d’assise che surrogasse quella che era stata soppressa a Nizza e che si sarebbe concretizzata di lì a pochi mesi nel nuovo tribunale.
La situazione non appariva però semplice in quanto, a capoluogo della nuova provincia, aspiravano anche Sanremo e Porto Maurizio, che, alla fine, com’è noto, l’avrebbe spuntata. Secondo uno storico locale, Pietro Isnardi, prima di decidere sul destino della loro città, il conte di Cavour avrebbe convocato a Torino gli amministratori onegliesi per sapere se avessero preferito che la loro città diventasse capoluogo di provincia, o se volessero invece che continuasse ad essere sede di Tribunale o di altri uffici giudiziari. Il sindaco e gli altri assessori, in gran parte avvocati, si sarebbero quindi espressi per il Tribunale. Sembra che Cavour li avesse esortati a ponderare bene le loro decisioni, invitandoli a tornare l’indomani dopo essersi consultati con i più autorevoli notabili cittadini. Il rinvio non avrebbe però fatto mutare opinione agli amministratori di Oneglia, che confermarono la loro preferenza per la sede del Tribunale, strappando il 'consenso' del Primo ministro piemontese. La versione dei fatti proposta da Isnardi sembra però smentita da quanto emerge da una pubblicazione uscita a Torino nel 1860, dal titolo Del riordinamento provinciale dei circondari di Oneglia e di San Remo in conseguenza della cessione di Nizza alla Francia. Autori dell’opuscolo erano il marchese Gustavo di Cavour, deputato al Parlamento Subalpino e fratello maggiore di Camillo, il cavalier Teodoro Barnato, l’onorevole Carlo Riccardi, deputato di Oneglia dalla prima alla quinta legislatura, e l’avvocato Luigi Mongini, anch’egli deputato del collegio di Oneglia per diverse legislature.
Nella memoria si sottolineava l’opportunità di erigere Oneglia a capoluogo della nuova provincia ligure occidentale per le seguenti ragioni:
Alle richieste di Oneglia reagì però prontamente il comune di Savona con un opuscolo piuttosto polemico, dal titolo Osservazioni sul riordinamento dei Circondari di Oneglia e di San Remo in conseguenza della cessione di quello di Nizza alla Francia, pubblicato a Torino nel 1860 e firmato da Federico Colla, dal sindaco della città Angelo Ponzone, da Agostino Chiodo e dall’avvocato Giacomo Astengo, deputato del collegio di Savona. Savona, con una serie di motivate argomentazioni, chiedeva di essere scelta come capoluogo della nuova provincia, ma più che altro si opponeva al passaggio del circondario di Albenga dalla provincia di Genova alla costituenda provincia ligure occidentale, nel caso questa non avesse avuto Savona come capoluogo. Tuttavia sia le richieste del comune di Oneglia che quelle del comune di Savona non avrebbero trovato udienza presso il governo di Torino, che alla fine avrebbe scelto come nuovo capoluogo Porto Maurizio, la cui candidatura era stata ben appoggiata soprattutto dall’onorevole Giuseppe Airenti, deputato del collegio di Porto Maurizio al Parlamento Subalpino, oltre che dal conte Tommaso Littardi, già tesoriere generale di dipartimento in Francia e dal sindaco della città Domenico Acquarone. Intanto la legge n. 4158 dell’8 luglio 1860 aveva dato facoltà al governo di provvedere mediante decreti reali alle emergenze territoriali e amministrative derivanti dalla cessione di Nizza.
Il 14 luglio, insieme al decreto di istituzione della provincia di Porto Maurizio e a quello di creazione del liceo di Sanremo, veniva emanato il regio decreto n. 4177, firmato da Vittorio Emanuele II e controfirmato dal ministro di Grazia e Giustizia Giovanni Battista Cassinis, che, istituendo “il Circolo d’Assise” di Oneglia, si può dire che segni la nascita dell’attuale Tribunale di Imperia. Come diretta conseguenza della creazione del nuovo organo giudiziario, l’articolo 1 del decreto stabiliva che il personale della Corte d’appello di Genova sarebbe stato aumentato di tre consiglieri e un sostituto procuratore generale. L’articolo 2 dello stesso decreto precisava che il nuovo tribunale avrebbe avuto giurisdizione su tutto il territorio della neocostituita provincia di Porto Maurizio. L’articolo 3 disponeva invece che «ove la lista annuale dei giurati non possa raggiungere il numero d’individui indicato dalla Legge sull’ordinamento giudiziario, tutti gl’individui compresi nella lista saranno annualmente tenuti a prestare il loro servizio come giurati, con che il loro numero non sia mai inferiore a 100, se si tratterà di giurati ordinarii, ed a 20 se di supplenti».
Sempre il 14 luglio venne emanato anche il regio decreto n. 4179, che stabiliva come le cause civili e commerciali già pendenti davanti alle Corti d’appello di Nizza e della Savoia ed appartenenti ai territori non compresi nella cessione prevista dal trattato di Torino del 24 marzo 1860, sarebbero state assegnate alla Corte d’appello competente nello Stato in cui si trovavano. Ciò significò che il nuovo Tribunale di Oneglia, elevato al grado di corte d’assise, così come quello di Sanremo, classificato come “tribunale di prima cognizione”, sarebbero rientrati sotto la giurisdizione della Corte d’appello di Genova. L’articolo 2 del medesimo decreto disponeva invece: «I procedimenti penali in corso avanti le autorità giudiziarie dei territori ceduti, o che debbono, secondo i principii, appartenere alla cognizione o giurisdizione delle autorità giudiziarie dello Stato, saranno pure recati avanti la sede competente per cura del pubblico Ministero o delle parti interessate». Il provvedimento disponeva anche la restituzione della documentazione giudiziaria rimasta nel territorio ceduto alla Francia, che l’articolo 3 così pianificava: «Quanto ai documenti giudiziarii che potessero trovarsi depositati presso le segreterie od altri uffizi dei paesi ceduti, o che non fossero stati ritirati dalle parti, il Governo del Re farà le pratiche opportune in via diplomatica presso il Governo francese al fine di ottenerne la consegna. Gli atti o documenti saranno trasmessi alla segreteria dell’autorità giudiziaria alla cui cognizione la causa sarebbe devoluta, salvo all’erario il conseguimento dei diritti ad esso dovuti a termini di Legge, od il rimborso delle somme esposte. Di tale deposito sarà per cura della segreteria dato avviso alle parti».
Il Tribunale di Oneglia avrebbe quindi continuato a svolgere le sue mansioni di corte d’assise, ospitando nelle sue aule anche processi particolarmente celebri, come quello che avrebbe visto imputata la contessa veneziana Maria Tiepolo, difesa dall’avvocato sanremese Orazio Raimondo, nella primavera del 1914. Nel 1923, in seguito alla riorganizzazione degli uffici giudiziari del Regno compiuta dal governo fascista, le sue funzioni sarebbero temporaneamente passate al Tribunale di Sanremo. Dopo gli anni del regime e della seconda guerra mondiale, il Tribunale di Oneglia, divenuto nel frattempo la sede degli uffici giudiziari di Imperia, in seguito alla nascita della nuova realtà amministrativa cittadina dall’unione di Oneglia, Porto Maurizio e altri nove ex comuni del circondario, riassunse le sue tradizionali funzioni di corte d’assise, conoscendo nello stesso tempo un consistente incremento della sua attività forense. Il 18 marzo 2003 è stata inaugurata la nuova sede del Tribunale di Imperia in via XXV Aprile, mentre lo “storico” edificio di piazza De Amicis, dopo alcuni anni di trattative, è diventato sede, dal 2009, della Biblioteca Civica 'Leonardo Lagorio'. Nel settembre 2013 il Tribunale di Imperia avrebbe infine assunto il carattere di sede giudiziaria unica della provincia, in seguito all’incorporazione dell’ex Tribunale di Sanremo, soppresso, insieme a una serie di uffici giudiziari minori di vari comuni, ai sensi del decreto legislativo n. 155 del 7 settembre 2012.
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