Come rappresentante del Partito d’azione succede a Eros Lanfranco (Lanata) e Camillo Rapuzzi nel Comitato militare regionale del Cln, venendo a sua volta sostituito in questo ruolo nel febbraio 1944 da Antonio Giusti. Quando, nell’estate del 1944, il Comitato viene ricostituito in Comando militare unificato ligure, rappresenta il partito nell’ufficio organizzativo insieme al comunista Giovanni Gilardi (Andrea), al socialista Lorenzo Picco (Renzo) e al liberale Ferdinando Croce (Alfieri, Jack). Nel contempo ricopre anche la carica di segretario regionale del Partito d'Azione e responsabile delle formazioni Giustizia e Libertà della Liguria.
Dopo gli arresti, che tra dicembre e gennaio portano allo scioglimento del vecchio Comando militare, nel febbraio 1945 ne viene costituito uno nuovo sotto la guida del generale Enrico Martinengo (Durante) in cui Trombetta, insieme a Carlo Farini (Manes, Simon), riveste la carica di vicecomandante. In tale veste concorre all’elaborazione del Piano A e prende posizione contro Aldo Gastaldi (Bisagno) e Umberto Zolesio (Umberto Parodi) nelle polemiche che li avevano contrapposti al comando della VI Zona. In aprile funge da tramite tra Carmine Alfredo Romanzi (Stefano) e il Comando stesso durante le trattative con il generale Günther Meinhold per la resa del contingente tedesco di stanza a Genova e partecipa alla riunione del Cln, tenutasi nella notte tra il 23 e 24 aprile presso il collegio di San Nicola, conclusasi con la sofferta decisione votata a maggioranza e non all’unanimità di dare il via formale all’insurrezione cittadina che le Sap avevano già iniziato nel pomeriggio.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, pp.452-453