Entrato nelle fila della resistenza armata aggregandosi alla brigata Coduri, nell’agosto 1944 è comandante del distaccamento che si attesta presso le miniere di monte Zenone. Ad ottobre la Coduri adotta un nuovo inquadramento e una nuova struttura basata su battaglioni: Vallerio passa al comando del battaglione, dislocato nella zona di Reppia, Iscioli, Nascio, Libiola, protagonista in quel periodo di molte azioni tra le quali la cattura dell’intero presidio della Monterosa a Bargonasco. Il 16 novembre Riccio partecipa all’attacco che la Coduri porta alla Casa del fascio di Lavagna, a depositi di armi e alle abitazioni di alcuni fascisti, causando morti e feriti al nemico e facendo un buon bottino di armi e munizioni. All’inizio dell’inverno la sua formazione effettua numerose azioni contro i presidi della Monterosa dislocati sull’Aurelia. Il 29 dicembre, con effettivi del suo reparto, attacca un contingente della Monterosa, stanziato in un bunker a Riva Trigoso: l’operazione porta alla cattura di numerosi soldati fra alpini e tedeschi. Ai primi del gennaio 1945, superata la crisi conseguente alle perdite subite nello scontro del Molino della Gattea del 30 dicembre e in altri combattimenti, il comando della Coduri procede ad una riorganizzazione: a Riccio viene affidato il comando del battaglione (poi brigata) Zelasco che, il 25 aprile, dopo aver attaccato gli ultimi nuclei di resistenza nemica, entra a Sestri Levante ormai libera. È autore del libro Ne è valsa la pena? Diario, lucida testimonianza della guerra partigiana nella zona del Tigullio.
Dizionario della Resistenza in Liguria, (a cura di) F. Gimelli, P. Battifora, De Ferrari Editore, Genova, 2021