Vera Vassalle è stata una partigiana toscana e, nel dopoguerra, insegnante nelle due scuole elementari di Lavagna e Cavi (GE).
L'inizio della sua attività nella Resistenza si intreccia con la storia di Manfredo Bertini (Maber) di Viareggio (LU) che, durante l'invasione tedesca della città subito dopo l'armistizio del 08/09/1943, decide di entrare tra le fila partigiane. Il nutrito gruppo di ribelli che gli si forma attorno è composto da numerose giovani donne ed è anche assieme a loro che "Maber" pianifica una rischiosa missione, nominata "Gedeone": essa consiste nell'invio di un proprio emissario oltre le linee nemiche per entrare in contatto con gli Alleati ed ottenere armi, materiali e rifornimenti tramite aviolanci.
Il ruolo di emissario viene affidato proprio alla valente Vera, sorella di Elena recentemente convolata a nozze con "Maber". Vera decide che il suo nome di battaglia debba essere "Rosa".
La ragazza parte da Viareggio il 14/09/1943 e, dopo due settimane, passa il fronte nei pressi di Montella d’Irpinia (AV). Si mette in contatto con gli ufficiali americani, non vede subito soddisfatte le richieste dei partigiani versiliesi ma accetta la missione "Gedeone" per coordinare via radio le azioni alleate con quelle partigiane.
Gli Alleati mandano la Vassalle a Taranto, dove gli esperti dell’OSS (il servizio segreto statunitense) la addestrano per un breve periodo. Quindi la ragazza riparte verso la Versilia, attraversando varie città del Meridione, raggiungendo la Corsica e sbarcando infine, da un sommergibile, nei pressi di Castiglione della Pescaia (GR) assieme ad un radiotelegrafista. Ha con sé, dissimulata nel bagaglio, l’apparecchiatura ricetrasmittente. Vera sfugge a perquisizioni, supera imprevisti e il 19/01/1944 è a Viareggio. Ma per qualche tempo, nonostante sia riuscita a prendere i contatti con il CLN regionale toscano e con le formazioni partigiane locali, lei ed il gruppo di ribelli di “Radio Rosa” non entrano in funzione per la negligenza del radiotelegrafista.
La Vassalle non si perde d’animo. Riparte da Viareggio per Milano e qui trova un contatto, riesce ad ottenere nuovi piani di trasmissione e soprattutto lla promessa che le sarà mandato un radiotelegrafista affidabile. Così, a marzo, sull’Alpe delle Tre Potenze (PT) è paracadutato Mario Robello (Santa), partigiano attivo nel Comando VI Zona Operativa Liguria. La coppia Vassalle-Robello (si sposeranno nel dopoguerra) dà il via ad un’attività frenetica che, di lì all’estate, significa oltre trecento messaggi inviati, dai quali deriveranno anche sessantacinque aviolanci di armi e di rifornimenti a brigate partigiane toscane e liguri. Il 02/07/1944, a seguito di una delazione, la polizia militare tedesca arriva alla postazione della ricetrasmittente. Ma Vera e Mario riescono a mettersi in salvo, dopo aver distrutto i codici e i documenti segreti. Insieme raggiungono la formazione GL “Marcello Garosi” sulle Apuane. Ottenuta un’altra radiotrasmittente, i due continuano la loro preziosissima attività sino alla liberazione di Lucca. Poi Vera si sposta a Siena e qui continua la sua opera, sino alla definitiva sconfitta dei nazifascisti, presso il Quartier generale alleato.
È decorata di Medaglia d’Oro al Valor militare, dopo aver conosciuto anche odiose misure di discriminazione per il suo passato partigiano, per la sua appartenenza al PCI e per la sua attività nelle file dell’ANPI.