Figlio di Ezio Vigorelli, l'8 settembre 1943, Adolfo ("Fofi" come lo chiamavano in casa), era sottotenente di complemento negli Autieri. Quando il padre, un noto avvocato socialista, ricercato dalla polizia a Milano, decise di riparare in Svizzera con la famiglia, Adolfo lo seguì e lo stesso fece il fratello maggiore Bruno, le cui idee democratiche erano note ai fascisti. Fu a Lugano che i fratelli Vigorelli, incontrato Dionigi Superti, comandante della Divisione partigiana "Valdossola", decisero di seguirlo in Italia per riprendere la lotta. Nel giugno del 1944 Adolfo cadde combattendo contro i tedeschi, che l'avevano accerchiato, con un gruppo di compagni, in una baita dell'Alpe Casarolo in Val Grande.