Presta il servizio militare in Marina come palombaro, continuando a esercitare tale professione dopo l’assolvimento del servizio. Dopo la proclamazione dell’armistizio, il 9 settembre 1943 è protagonista di un assalto a una caserma di Genova Rivarolo nel corso del quale recupera un ingente quantitativo di armi e munizioni e ne rende altre inservibili. Occultate le armi, ripara nella zona montuosa alle spalle di Genova dove, costituendo un piccolo nucleo di uomini e mantenendo i contatti con la resistenza cittadina, progetta di creare una più numerosa formazione. Nell’ottobre 1943 viene condannato a morte in contumacia per appartenenza a bande partigiane. Nel corso delle indagini la moglie Palmira Delcanto, partigiana con il nome di battaglia Miretta, viene fermata, condotta al comando tedesco e sottoposta a interrogatorio. Nel mese di novembre Zaino si sposta nella zona di Fumeri, frazione di Mignanego in alta val Polcevera, dove si costituisce un gruppo di partigiani che presta assistenza e organizza gruppi di ex prigionieri inglesi e cura lo sviluppo delle formazioni della zona dell’appennino ligure-alessandrino. Mettendo in atto i piani precedentemente elaborati recluta gruppi di sbandati, da cui usciranno i quadri delle future formazioni di montagna e cittadine collegate a Giustizia e libertà. Si pone inoltre in contatto con l’organizzazione dei Gap genovesi.
Arrestato dalle Brigate nere nel corso di un’azione a Ronco Scrivia, subisce interrogatori e torture. Liberato a seguito di uno scambio di prigionieri si trasferisce nella zona di Borzoli a Genova, dove costituisce una squadra di sabotatori che porta a temine numerose azioni. Successivamente viene chiamato a operare presso il Comando genovese delle formazioni di Giustizia e Libertà assumendo il comando della 2° Brigata Sap GL. Il 18 aprile 1945 affianca Giovanni Sissa nell’azione che conduce alla liberazione di Luciano Bolis.
Attivo nei giorni dell’insurrezione e liberazione di Genova, nell’immediato dopoguerra presta servizio nel corpo delle guardie di Pubblica sicurezza. È decorato con medaglia d’argento al valor militare.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, p.472