Di famiglia antifascista, nel 1942, ancora studente di liceo classico, entra a far parte dei primi gruppi di “Italia Libera”. Subito dopo l’8 settembre 1943 contribuisce alla fuga in Svizzera di numerosi prigionieri alleati. Catturato dai nazifascisti, è costretto ad arruolarsi nella divisione Monterosa e a trascorrere un periodo di addestramento in Germania. Al rientro in Italia, nel settembre 1944, diserta dalla Monterosa e insieme a trenta compagni si unisce alle forze partigiane della divisione Coduri, presso il casone di Sesco in val Graveglia. Il 1° novembre guida una squadra contro un reparto di alpini nella zona del bosco di Codivara, costringendolo a ritirarsi. Ai primi di dicembre chiede al Comando divisione il permesso di effettuare l’azione di prelevamento di una spia fascista. In un primo tempo il permesso gli viene negato a causa della pericolosità dell’operazione ma, dopo le sue insistenze, il Comando decide di assegnargli l’incarico. Messosi in marcia con cinque uomini, viene però colto di sorpresa, alle prime ore del 5 dicembre, da un gruppo di alpini nei pressi di monte Domenico presso Sestri Levante. Per coprire la ritirata dei suoi uomini Barba cade ferito, venendo finito dal nemico a colpi di pistola. Alla sua memoria verrà intitolata una brigata della Coduri. Medaglia d’argento al valore militare.
Fonte: Gimelli, Franco, Battifora, Paolo, "Dizionario della Resistenza in Liguria", DeFerrari Editore, Genova 2021, pp.473-474