A fine maggio del 1945, da poco conclusa la Seconda Guerra Mondiale, Ventimiglia era occupata dalle truppe franco-senegalesi; intanto che la politica ed i militari francesi cercavano di annettersi l’intera Valle Roia, fino a Piani di Borghetto. Approfittando di questa momentanea extra territorialità, il dottor Emilio Azaretti lanciava l’idea della costituzione di una “Zona Franca intemelia”, che avrebbe dovuto ricostruire, almeno dal punto di vista economico-doganale, l’entità dell’antica Contea.Per raggiungere questo scopo, Azaretti fondò “L’Unione Democratica Federalista della Liguria Intemelia”, associazione che aveva il proprio organo d’informazione nel giornale locale “LA VOCE INTEMELIA". Azaretti sognava una Zona Franca che rigenerasse l’esausta economia locale, legata però a tutto l’entroterra, compreso quello passato alla Francia. Le politiche d’allora, in coda ad un conflitto fratricida, non riuscirono a portare a buon fine l’idea, lasciando la nostra città, compresa la zona d’influenza rimasta italiana, in mano ad una politica extra territoriale che la portò a diventare la “zona più meridionale della Liguria”.Non per niente, oggi, Ventimiglia si trova a beneficiare dell’accordo per le Zone Franche Urbane, con altri ventidue comuni meridionali; con l’intento di favorire lo sviluppo economico e sociale di aree depresse, sperando nella creazione di nuovi posti di lavoro; o meglio per la conservazione dei posti di lavoro che ci apprestiamo a perdere in Monaco Principato.