Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci di Torino - Polo del '900

Giorgina Levi intervista il deputato Spartaco Beragnoli sulla sua prigionia in Germania

Audiovisivo
  • Segnatura definitiva

    Fipag/GA_Levi/Audio, raccoglitore 2, audiocassetta 4

  • Durata

    47 minuti, 31 secondi

  • CRONOLOGIA* E ALTRE DATAZIONI

    • Definizione cronologica senza data

  • Descrizione

    Spartaco Beragnoli, deputato PCI, nella circoscrizione Firenze – Pistoia, racconta la sua esperienza di deportazione nei campi di concentramento in Germania. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, come componente del XXV Corpo d’Armata dell’Esercito Italiano di stanza in Albania, viene arrestato, in Bulgaria, a Bitoli (poi Monastir, in Grecia). A seguito del suo rifiuto di arruolarsi con i tedeschi o con i fascisti della RSI, viene trasferito, dopo 17 giorni di viaggio, nel Kriegsgefangenenlager (Campo per prigionieri di guerra) di Neubrandenburg nel nord della Germania, sulle rive del lago Tollensesee. Dopo una settimana, con altri 20 italiani, viene inviato in un campo di lavoro di Wismar, una città portuale sul mare Baltico dove era stata costituita una filiale della fabbrica di aerei Dornier. Qui lavora per costruire trincee e ricoveri all’aperto, poi, alla fine di dicembre 1943, viene assegnato ai lavori entro i reparti dell’azienda (scarico del materiale in arrivo e sua sistemazione nei capannoni). Il 24 agosto 1944 la cittadina di Wismar viene bombardata e la fabbrica pressoché distrutta. Poche sono le vittime tra i prigionieri che erano obbligati a lavorare solo di notte.
    Beragnoli viene inviato quindi in una sede distaccata della fabbrica Donier vicino a Berlino, precisamente a Oranienburg, dove si trovava anche il campo di concentramento di Sachsenhausen, sotto il controllo diretto delle SS. Benché gli italiani fossero detenuti nel campo come “liberi lavoratori”, le condizioni di vita erano terribili e i prigionieri il 28 ottobre 1944 organizzarono uno sciopero all’interno alla fabbrica, contro il trattamento cui erano sottoposti. Beragnoli, uno degli organizzatori, in seguito ad una provocazione, aggredì un funzionario della sorveglianza e venne arrestato, picchiato e rinchiuso nella postazione di guardia della Gestapo. Il 1 novembre venne quindi prelevato e inviato al campo di Grossbeeren, distaccamento del campo di Oranienburg – Sachsenhausen. Segue un’ampia descrizione del lager e delle condizioni di vita di Grossbeeren, dove lavora alla costruzione di una ferrovia.
    Dopo 21 giorni di detenzione nel campo, Beragnoli si rende conto di non essere più in grado di resistere e decide di tentare la prova della visita medica. A questo punto la registrazione si interrompe.
     


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