Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci di Torino - Polo del '900

Comitato federale

Serie
  • Tipologia

    Serie

  • Segnatura archivistica

    Fipag / Pci-To / 1.2. Comitato federale

  • Data

    1961 - 1990
    1961-1962, 1964-1966, 1969-1990, s.d.

  • Consistenza

    bb. 3 (fascc. 25); 323 unità sonore

  • Contenuto

    Eletto dal congresso provinciale, il Comitato federale era il massimo organismo di direzione della Federazione. Rispondeva del suo operato al successivo congresso e agli organismi superiori (Comitato centrale); veniva rinnovato ad ogni congresso.
    La funzione del Comitato federale consisteva nel controllare e dirigere l’azione e la politica di tutti gli organismi inferiori. Eleggeva, in seduta congiunta con la Commissione federale di controllo, il Comitato direttivo, la Segreteria e il segretario della federazione, i responsabili delle commissioni di lavoro o, a partire dal 1983, dei dipartimenti (ad esempio, informazione e stampa, organizzazione, femminile, economia e lavoro, ecc.) tramite i quali venivano suddivise le attività della federazione. Nominava i direttori e i redattori della stampa locale, designava, discuteva e approvava le candidature elettorali, discuteva e trasmetteva la linea politica nazionale, elaborava e trasmetteva la linea politica provinciale, discuteva e controllava, almeno una volta l’anno, l’attività svolta dai comunisti eletti a cariche pubbliche. Generalmente le sue riunioni avevano una cadenza mensile.
    Nel corso degli anni, il Comitato federale della Federazione di Torino fu costituito da un numero variabile di membri: ad esempio, 30 eletti dal congresso del 1945 (anteriormente erano 6), 85 nel 1954, 63 nel 1956 e nel 1960, 70 nel 1972, 59 nel 1975, 104 nel 1977, per poi salire fino a 130 negli anni Ottanta. La variazione numerica dipendeva, per lo più, dalle indicazioni che provenivano dagli organismi direttivi nazionali, basate sull’esigenza politica e organizzativa di meglio calibrare il ruolo funzionale e rappresentativo del comitato federale. Significativa, ad esempio, fu la riduzione dei membri componenti il comitato federale che si registrò nel 1956, attuata per consentire all’organismo di svolgere un ruolo di effettiva direzione e non di ratifica delle decisioni prese dal comitato direttivo e dalla segreteria. Era un tentativo di configurare in modo più ampio la democrazia interna al partito, pur sempre nell’ambito del centralismo democratico, contro un costume che vedeva gli organismi esecutivi prevalere su quelli decisionali, cioè, come si diceva un tempo, contro il “centralismo burocratico”.
    La serie contiene prevalentemente le registrazioni delle riunioni del Comitato federale su nastro o su audiocassette (si veda la descrizione sul fondo della presente serie). I materiali cartacei, qui di seguito descritti, sono molto discontinui nel tempo, e consistono in: verbali dattiloscritti di riunioni, odg, relazioni ciclostilate o dattiloscritte, comunicati stampa sui lavori del Comitato federale, circolari e convocazioni, documenti e note per la discussione, scarse lettere al presidente del Comitato federale (figura che compare alla fine degli anni Ottanta), varie.
    I materiali cartacei sono contenuti in 3 buste (fascc. 25), quelli su supporto sonoro sono relativi a 220 sedute del Comitato federale (323 unità sonore originali per 635 ore complessive di registrazione). L’arco cronologico ricoperto va dal 1961 al 1991 (a partire dal 1968 le registrazioni).


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