Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea 'Giorgio Agosti' - Polo del '900

Borghetti Fulvio

Fondo
  • Tipologia
    Fondo
  • Descrizione
    Il fondo è stato versato all'Istituto nel 1983 dagli eredi di Fulvio Borghetti, nato a Pretoria in Sud Africa nel 1904 e scomparso a Torino nel 1983. Borghetti, chimico industriale, giunse in Italia nel 1920, dopo aver seguito il padre Emilio in Nuova Zelanda e Australia, ed ebbe contatti negli anni della guerra con gruppi antifascisti clandestini torinesi di vario orientamento, in particolare con nuclei operai di base, alcuni aderenti al movimento Stella rossa. Dopo l'8 settembre 1943 diede vita ad una organizzazione per il soccorso e il salvataggio dei militari alleati fuggiti dai campi di prigionia italiani. Il fondo conserva, con una esigua raccolta di documenti del periodo clandestino, le pratiche relative all'aiuto fornito dalle popolazioni piemontesi ai prigionieri alleati, istruite da Borghetti su incarico del Cln regionale piemontese dopo la liberazione. Comprende inoltre documenti e cimeli del colonnello Stevens, capo della missione inglese Tec, paracadutata in Piemonte nel novembre 1944, donati per interessamento di Borghetti all'Istituto da lady Anne Stevens ed in parte esposti presso il Museo nazionale del Risorgimento italiano di Torino. La parte più consistente della documentazione riguarda i materiali raccolti per la redazione di un volume di memorie, rimasto inedito, "Diario clandestino 25 luglio 1943 - 12 dicembre 1946", alla cui stesura Borghetti lavorò dall'inizio degli anni Settanta, ampliando e rielaborando note e appunti scritti durante il corso degli avvenimenti, sfortunatamente conservati solo in minima parte. Sono invece conservate le diverse redazioni, gli appunti e le note di lavoro che dovevano servire all'ultima opera di revisione interrotta dalla scomparsa dell'autore. I documenti riguardano sentenze e atti processuali relativi a fascisti repubblicani con cui Borghetti ebbe contatti, o atti di processi a partigiani per episodi ampiamente citati nelle memorie. Per questa opera registrò anche una serie di interviste su 63 audiocassette, parte integrante del fondo ma collocate per motivi di conservazione nell'archivio sonoro dell'Istituto.