Il fondo si compone di 6 unità archivistiche contenenti documenti personali e un nucleo di documentazione molto completo relativo agli anni dell'esilio in Svizzera causato dalle discriminazioni antiebraiche a seguito delle leggi razziali. Le carte coprono un arco cronologico che va dagli anni Venti agli anni Novanta del Novecento. Vittorio Tedeschi frequenta a Torino la scuola elementare "Giosuè Carducci", il liceo "Massimo d'Azeglio" e il liceo israelitico della Comunità ebraica. A seguito delle discriminazioni subite dopo la promulgazione delle leggi razziali, si rifugia in Svizzera. Nel fondo è presente la dichiarazione di appartenenza alla Comunità ebraica di Torino e il libretto di riconoscimento per rifugiati e stranieri internati corredato da un ascheda sanitaria. Nell'estate del 1944 viene avviato ai lavori forzati previsti per i rifugiati che - in tal modo - ripagavano il paese ospitante delle spese di mantenimento. A settembre dello stesso anno ottiene il congedo dall'obbligo al lavoro per motivi di salute. Gli viene assegnato un buono di trasporto che gli consente di lasciare il campo di Pian San Giacomo (Grigioni). Continua comunque a studiare e nel 1945, a guerra finita, comincia il viaggio di ritorno verso l'Italia. Nel fondo sono conservate le carte relative al tutte le tappe burocratiche della procedura di rientro: l'autorizzazione al rimpatrio del Comitato di Liberazione nazionale per l'Alta Italia, il riottenimento dei documenti di identità e il certificato di nazionalità, l'autorizzazione all'espatrio dalla Svizzera e quella della Legazione d'Italia in Svizzera che lo autorizza a rientrare in Italia. Dopo la guerra, si laurea in Ingegneria Elettrotecnica presso il Politecnico di Torino. Le carte sono state depositate presso l'Archivio Terracini dalla moglia Nedelia Lolli in Tedeschi. L'Archivio conserva pure un fondo relativo alla famiglia Lolli-Tedeschi, depositato dalla stessa signora Nedelia. Nedelia Lolli-Tedeschi vive a Torino.