Archivio Ebraico Terracini

Quaderno di appunti

Sottounità
  • Tipologia
    Sottounità
  • Data
    1945
  • Descrizione
    Quadernetto a righe con la copertina nera, manoscritto quasi interamente a lapis. Stella Valabrega ha preso a compilarlo probabilmente all'arrivo in Svezia. Contiene nomi e indirizzi di persone (non solo italiani) che le chiedevano di fare da tramite per eventuali possibili scambi di informazioni su parenti e amici una volta che fosse riuscita a tornare in Italia, oppure indirizzi di persone conosciute in Svezia o durante i mesi di prigionia con le quali non voleva rischiare di perdere i contatti. Spesso nomi e indirizzi vi sono stati annotati direttamente dagli interessati, con l'aggiunta di brevi saluti indirizzati ai congiunti. Compaiono, fra gli altri, i nomi di Renato Rusig (Begliano), Giulia Belleli (Trieste), Celestino Di Luzio (Roma), Lina e Andrea Rosati (Torino), Bernardino Alligo (Taranto), Michele Monaci (Torino), Romeo Scarpa (Trieste), Giovanni Bongiohanni (Castelletto Stura), Jolanda Giampuzzi (Migliarina), Carmela Besana (Milano), Bianca Ferrero (Torino), Luciana Nissim (Torino), Natalia Tedeschi (Torino), Laura Gairingher (Trieste), Mario Massaia (Torino). Il quadernetto contiene anche i testi in italiano di canzoni che venivano cantate dai prigionieri nel campo di concentramento (su melodie di canzoni popolari in lingua tedesca) durante le marce, per tenere il ritmo: "Quando suona la sirena", "Con-si _ Con-sa", "Italia", "Germania". Vi sono pure annotati il numero di telefono del fratello Aldo Valabrega, e gli indirizzi di centri di assistenza a Torino ai quale forse pensava di potersi rivolgere una volta rimpatriata. Al fondo, Stella Valabrega ha tenuto un piccolo libro dei conti, con l'annotazione del denaro che è riuscita a ricevere dopo la sua liberazione e con le voci di spesa per le quali lo ha utilizzato. Le sono stati inviati aiuti dal fratello Aldo, ma anche dal "Tempio" (probabilmente la Comunità ebraica di Torino), dall'Associazione Ex-Internati, dal Partito Liberale Italiano. I soldi sono stati spesi, ad esempio, per il treno e per i tram, per l'acquisto di scarpe, limoni, peperoni, caramelle, bottoni, marche da bollo, per un libro e per giornali, biscotti, carta da lettere, cartoline e francobolli, per l'invio di un telegramma, per un piccolo prestito a una donna di nome Elda. Al fondo del quaderno c'è la minuta di una lettera indirizzata ad una "cara compagna di sventure" di nome Loredana, molto probabilmente una compagna di prigionia trasferita di campo verso la fine del 1944, alla quale spiega di essere appena rientrata a Torino e di aver riabbracciato finalmente i fratelli. Le racconta le tappe del viaggio di deportazione prima e di liberazione poi (erroneamente, attribuisce agli inglesi e non agli americani la liberazione dal campo di Belsen), le domanda notizie e la invita ad andare a trovarla a Torino. Un'altra minuta, scritta su un foglio a parte e conservata nel quaderno, è relativa ad una lettera scritta in italiano (forse da Stella Valabrega sotto dettatura) da una donna polacca di diciotto anni internata per motivi politici, che si trovava con lei in Svezia.

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