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Intervista a Pierfrancesco Corcione

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  • Tipologia
    audiovideo
  • Data
    28 aprile 2014
  • Descrizione
    Intervista a Pierfrancesco Corcione, direttore dell'Unione Industriale Biellese dal 2010 a oggi (2019) realizzata nell'ambito del progetto “St.of.fa”. L'intervista ripercorre gli anni di formazione sia scolastica che professionale, la lunga esperienza alla FIAT e l'ingresso all'Unione Industriale su proposta di Ermanno Rondi. Approfindisce la gestione del personale, di cui era responsabile in FIAT, e la contrattazione sindacale, fatta di capacità di ascolto e di grandi competenze; ricorda in particolare la sua negoziazione come responsabile del personale nella chiusura dello stabilimento della Borletti e l'evoluzione della negoziazione nel tempo. Nel Biellese esiste una dimensione privilegiata dove la contrattazione è più produttiva che conflittuale; qui l'Unione Industriale assume un ruolo tecnico piuttosto che politico. Si sofferma sulla crisi economica e sui suoi riflessi nella contrattazione. Corcione descrive la situazione trovata all'inizio del suo incarico di direzione dell'Unione Industriale: il danno di immagine legato a "Biella the art of excellence", la sensazione di abbandono e disorganizzazione, le difficoltà economiche, la marginalità dell'Unione Biellese rispetto a Confindustria. Descrive quindi il suo obiettivo di partenza, incentrato sulla ricostruzione di una squadra di persone e di un ruolo territoriale, e i risultati raggiunti nei rapporti a livello nazionale. Nel Biellese mancano le competenze e la preparazione degli attori per la elaborazione di una traccia per il futuro; il progetto Delphi è uno dei tentativi di uscire da questa situazione. Corcione analizza le strutture formative esistenti e sostiene la necessità di creare un polo formativo di eccellenza. Interviene sui mercati del prodotto biellese, tra cui anche la Cina; sulle potenzialità della ricerca connessa alla produzione, che non devono essere del tutto separate all'interno dell'azienda. Affronta i temi della delocalizzazione e della globalizzazione. Conclude analizzando il rapporto tra Unione Industriale e Città Studi in ambito formativo.;

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