Rete Archivi Biellesi

Intervista a Enzo Bertinetti

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  • Tipologia
    audiovideo
  • Data
    25 ottobre 2014 - 6 novembre 2014
  • Descrizione
    I primi quattro file dell'intervista hanno l'audio danneggiato e non sono comprensibili.
    Enzo Bertinetti, ex dipendente del Gruppo Fila, narra la propria successiva esperienza professionale alla Filatura Fraver, che a differenza della tradizionale filatura pettinata biellese, all'inizio degli anni '70 si orienta verso materie prime e tecnologie differenti, ovvero cotone e soprattutto fibre sintetiche, iniziando a specializzarsi in tecnologie poco diffuse nell'area biellese quali filatura cotoniera, filatura fibre libere (open end), filatura fibre corte, che la portano ad aprire o acquisire diversi stabilimenti all'estero. Fraver entra nel Gruppo Miroglio e Bertinetti assume un ruolo significativo di coordinamento tra gli stabilimenti del gruppo. Era direttamente a contatto dell'imprenditore e a lui rispondevano i dirigenti dei vari stabilimenti nel mondo.
    Bertinetti ricorda il continuo aggiornamento tecnologico necessario per stare al passo con la tecnologia che tra gli anni '70 e gli anni '90 si evolveva in modo rapidissimo. Sottolinea come la tecnologia richieda grandi investimenti a fronte dei quali i posti di lavoro sono relativamente pochi.
    La gerarchia all'interno dello stabilimento era la seguente: responsabile di produzione e di gestione a cui fanno capo tutte le attività, responsabile di manutenzione, responsabili della produzione a seconda delle frazioni produttive, responsabile magazzino. I dipendenti della Miroglio guadagnavano circa il 20-30% in più delle tabelle sindacali, perchè l'azienda aveva la necessità di avere la collaborazione del personale per poter sfruttare al meglio i nuovi macchinari super tecnologici e di conseguenza rientrare dell'investimento. Il rovescio della medaglia è che lo sviluppo tecnologico rischia di essere de-professionalizzante.
    Su questi temi Bertinetti interagisce con Federico Trombini della Camera del Lavoro di Biella. Descrive il rapporto numerico uomo-macchina, che aumenta. Si lavorava con 30-40 ricambi d'aria all'ora per mantenere l'aria pulita e le condizioni igrometriche costanti. L'ambiente era molto rumoroso, quindi il lavoratore aveva le protezioni per l'udito, che venivano utilizzate anche per trasmettere musica; inoltre era stata introdotta una tecnologia che evitava deambulazioni inutili dell'operatore all'interno del reparto: un sensore applicato sui macchinari segnalava la necessità di intervento.
    Tra le innovazioni tecnologiche più rivoluzionarie le capacità delle carde.
    Filatura: filatoi open end o a fibre libere erano usate per recuperare sotto prodotti e fare filati di basso livello per imbottiture o simili; la filatura open end in quegli anni si trasforma in un vero e proprio modo di produrre. La tecnologia della filatura a fibre libere è stata brevettata in Cecoslovacchia, la San Giorgio di Genova acquista il brevetto e sviluppa un macchinario più adeguato alle esigenze italiane; è poi il meccano tessile tedesco che investe e sviluppa questa tipologia fino alle macchine automatiche nate negli anni '80. In italia solo la Savio di Pordenone ha una piccola produzione.
    Il poliestere è il 70% circa del mercato, la lana è il 2%, questo è legato al cambiamento dei consumi.
    Bertinetti racconta la cessione del know how della produzione delle fibre sintetiche alla Cina, che oggi domina il mercato.
    Il poliestere è il prodotto che ha acquisito un predominio sul mercato.
    Una parte dell'intervista è dedicata al rapporto dell'aziende con i confezionisti e al rapporto tra produzione e moda, alla diffusione del modello di outlet come esigenza di andare a intercettare direttamente il consumatore e della sua organizzazione, al mondo della confezione e di tutti i cambiamenti che la moda ha portato. Parla di un sistema di tracciabilità del prodotto (Six Through?).
    La parte finale è dedicata alla riduzione dell'attività di Miroglio negli ultimi anni

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