Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci di Torino - Polo del '900
Lettera di Umberto Calosso a Mario Montagnana, Londra 14 gennaio 1943
Documento
Segnatura archivistica
4
Data
14 gennaio 1943
Consistenza
3 carta 3 pagina
Contenuto
Manda la trascrizione della lettera di Badoglio a Farinacci che Montagnana ha chiesto; ne fa la cronistoria e affronta il tema della sua autenticità. La lettera si allarga su considerazioni generali sull’antifascismo. “La situazione di questo povero antifascismo estero è pasticciata. Io provo momenti di ristoro quando leggo i tuoi articoli così chiari e nello stesso tempo sentiti, che mi fanno ricordare la tua viva parola di mille anni fa, quando tu eri poco più che un ragazzo. Ti rivedo sempre in un atteggiamento: attraversando la strada davanti alle Nuove, o giù di lì, nella neve, noi due, tu mi dicevi sorridendo: “Dicono, dicono che il sentimento non c’entra… Ma in fondo quello che ci muove è un sentimento di giustizia e d’umanità”. Credo fosse alla fine del 1921 o al principio del 1922: mais ou sont les neiges d’antan?... In quelle tue frasi giovanili c’era più verità di quanto paresse. […] Il fascismo, il fatto storico nuovo che si chiama fascismo, ha rivelato una cosa nuova, di cui bisogna tener conto. Esso non ha più la retorica delle anime belle e democratiche, ma delle anime brutte; non è fondamentalmente filisteo, ma assassino; non si può dire ipocrita ma sfrontato. L’antiretorica e l’ironia realista (= marxista) non funzionano più contro questo nuovo nemico, benché il marxismo fosse, nel 1848, tutto vero. Occorre dunque far venir fuori esplicito ciò che nel marxismo c’era, e come, ma implicito, sottinteso, pudico: l’umanità, humanitas, anche se ciò costa qualche esibizionismo: il nemico fascista non è una cosa pudica! Del resto, verso ciò sta marciando tutto il marxismo di già, e la vittoria del socialismo aumenterà questo processo, poiché renderà evidente la necessità di una totalità di vita, che è già chiara ora ai più intelligenti”. Ricorda le trame all’interno dell’ambiente antifascista, anche contro Pacciardi e Carlo Rosselli. […] Sarei lieto se tu facessi un giorno una difesa generale e sentita di Carlo, uomo che forse tu non hai apprezzato abbastanza: egli aveva vitalità personale, immediatezza, ingegno, lealtà, e ideologicamente, attraverso lunghe lettere con me, si andava evolvendo verso una visione sempre più chiara”; descrive le posizioni di Carlo Rosselli. Manoscritto.