Fausto Bertinotti ricorda la trasformazione radicale del sindacato negli anni intorno all'Autunno caldo e all'approvazione dello Statuto dei lavoratori e l'influenza che ebbero le esperienze centrali di Torino su quelle più periferiche.
Per lui il ruolo delle istituzioni nella stesura dello Statuto è stato fondamentale: le persone che con Giacomo Brodolini lavoravano alla sua redazione erano davvero impregnate di cultura riformista e seppero ascoltare le istanze dei lavoratori e fare della legge il punto di incontro tra le loro rivendicazioni e le esigenze istituzionali. Bertinotti ricorda il ruolo fondamentale di Carlo Donat-Cattin non solo nel proseguire e completare l'opera iniziata da Brodolini ma quello altrettanto importante per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Secondo Bertinotti, definendosi ministro dei lavoratori e non del lavoro, Donat-Cattin ha segnato il passaggio tra una cultura istituzionale che mette al centro la fabbrica come sistema produttivo e legato alle esigenze del mercato con quella che vede invece il lavoratore come protagonista di una visione allargata del panorama sociale.