Carlo Callieri era assistente del direttore del personale di Fiat ai tempi dell'approvazione dello Statuto dei lavoratori. La sua lettura dello slogan "con lo Statuto dei lavoratori la Costituzione è entrata nelle fabbriche" è di due tipi, a breve e a lungo termine. Nella prima, quella contemporanea all'approvazione, si percepivano i rivolgimenti dei rapporti di lavoro, questi cambiamenti non erano visti molto bene in azienda anche se persone più aperte concordavano sul fatto che in passato si era abusato delle posizioni di forza. La seconda lettura, quella a lungo termine, riguarda le conseguenze di quanto successo a partire dal 1969: con il contratto dei metalmeccanici e con l'imposizione alla Fiat da parte del ministro del Lavoro Carlo Donat-Cattin a riassumere 200 operai violenti è stata generata una situazione di caos poi esplosa nel 1980. Callieri è convinto che in generale lo Statuto abbia consolidato un modello di interazione tra lavoratori, sindacato e fabbrica antagonistico e conflittuale rendendolo quasi irreversibile. Sottolinea anche le responsabilità della classe politica che era senza dubbio troppo dalla parte degli industriali.