La serie del carteggio generale era organizzato secondo un titolario costituito da 26 voci principali:
1. Sottoscrizioni, elargizioni, beneficenza
2. Archivio e biblioteca
3. Adunanze, assemblee, relazioni
4. Organizzazione
5. Ferrovie e trasporti
6. Esportazioni e importazioni
7. Poste, telegrafi, telefoni
8. Congressi, fiere, esposizioni, convegni
9. Questioni sindacali
10. Questioni economiche
11. Questioni diverse
12. Legislazione sociale
13. Orari, salari, statistiche diverse
14. Commissioni, comitati diversi
15. Giurisprudenza
16. Istruzione professionale
17. Imposte, tasse, varie legali
18. Confindustria (Roma)
19. Confindustria (Milano)
20. Associazioni diverse
21. Ditte e persone singole
22. Prefettura, municipio
23. Enti pubblici. Istituzioni diverse
24. Circolari Unione alle ditte
25. Varie
26. Presidenza – Direzione
In questa serie non si trova il carteggio della Segreterie della Associazioni sindacali di categoria, che da sempre è stato gestito come un nucleo a sé stante, in carico ai singoli uffici.
Questa serie, così fortemente strutturata, rimanda ad una organizzazione della conservazione delle carte molto centralizzata, che prevedeva cioè l’esistenza di un unico archivio corrente suddiviso in categorie rispecchianti le diverse aree di attività e funzioni. Per ciascuna delle categorie venivano annualmente aperti dei fascicoli (anch’essi di fatto abbastanza standardizzati), registrati su repertori rintracciati durante il processo di schedatura. Nel corso degli anni, soprattutto per quanto riguarda le carte più antiche e i fascicoli di maggiore rilievo, vennero effettuate operazioni di accorpamento e selezione, testimoniate dalle indicazioni rintracciabili sui repertori.
Questa modalità di organizzazione e conservazione delle carte restò in uso fino agli anni ’70, soltanto per alcune categorie: tra il 1955 e il 1956 infatti venne avviato un processo di riorganizzazione amministrativa dell’Unione Industriale di Torino, che portò in generale ad una più precisa strutturazione degli uffici e, dal punto di vista dell’archiviazione degli atti - in presenza di un accrescimento del volume documentario soprattutto in ambito sindacale - alla costituzione di fondi autonomi, più strettamente legati alle diverse funzioni o uffici.
In particolare, i fascicoli relativi alle questioni sindacali, economiche, “diverse”, assistenziali, previdenziali e di formazione professionale, vennero scorporati dal carteggio in categorie ed andarono a costituire l’ossatura dell’archivio sindacale . Questa necessità di fatto comportò una inevitabile frammentazione dei fascicoli nelle due sezioni di archiviazione (ad esempio: le statistiche sugli scioperi si trovano fino al 1956 nella categoria “Questioni sindacali” serie Studi e statistiche, del fondo A - “Protocollo a Archivio” e dal 1955 al 1975 nel fondo C – “Sindacale”, serie Studi e statistiche, cui non è stato possibile ovviare in sede di inventariazione.