Domenico Giani, nato nel 1934, racconta nell’intervista che di essere stato abbandonato dai genitori e affidato all’istituto San Domenico Savio dove studiò fino alla quinta elementare. Nel 1945, scartata l’ipotesi di proseguire gli studi in seminario, scelse l’istruzione professionale e venne mandato alla Casa Benefica, l’istituzione di Pubblica Assistenza e Beneficenza, fondata dal Pretore Urbano Luigi Martini nel 1888. Nel 1942 la struttura era stata bombardata e in attesa della ristrutturazione gli allievi furono ospitati nel castello di Azeglio. Dopo circa un anno rientrarono nella sede restaurata, in via San Domenico, dove visse un’esperienza di deprivazione fisica e morale e di percosse da parte degli assistenti, esperienza che influì pesantemente sulla formazione del suo carattere. Frequentò la scuola di avviamento professionale Freguglia, vivendo un senso di vergogna profonda per la sua condizione. Si segnala il ricordo positivo della figura del Napoleone Rossi di Montelera, che sosteneva le attività della Casa Benefica e che rimase per lui un importante riferimento anche dopo l’uscita dall’Istituto