Paolo Cirio racconta si essersi iscritto al partito comunista all’atto della sua fondazione nel 1921, di essere stato arrestato due volte (nel 1921 e 1922) per l’occupazione delle fabbriche e di essere poi espatriato in Francia dopo l’avvento del fascismo. A Lione si iscrive al partito comunista francese con il nome di battaglia “ Giacomo” . Ritornato in Italia nel 1924, viene assunto alla Sigma al Lingotto e successivamente rileva una tabaccheria a nome della sorella. Viene arrestato nel 1931 o 1932 e alle Nuove ritrova i vecchi compagni con cui riprende l’attività politica. Nel corso dell’intervista ricorda che durante la Resistenza teneva i collegamenti con le bande partigiane che operavano a Barge e ospitava i partigiani in missione a Torino. Il suo era un lavoro politico e organizzativo perché aveva sempre avuto paura delle armi. Parla della presenza di fascisti, nel suo quartiere, che denunciavano gli oppositori del regime e l’azione della polizia tendente a mitigare le rappresaglie. Su richiesta della Giorgina Levi ricorda diversi compagni morti in combattimento. Nella seconda parte cita Carlo Cervi, il suo operato a villa Robilant e il suo sostegno per l’acquisto del terreno su cui sorgerà il circolo di via Praciosa L’intervista è interamente in piemontese