Fausto Amodei, nato nel 1934, racconta la sua esperienza in Cantacronache [un gruppo di musicisti, letterati e poeti, sorto a Torino nel 1957 con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone attraverso l'impegno sociale. Oltre i fondatori Sergio Liberovici e Michele L. Straniero, vi si distinsero, con diversi ruoli e apporti interni, Emilio Jona, Fausto Amodei, Giorgio De Maria, Margot Galante Garrone, Mario Pogliotti. (Da Wikipedia)] A. si sofferma sui rapporti con circoli e associazionismo locale ricordando la sua presenza alla Casa del popolo di Chieri nel 1959/60 (con la presenza del futuro segretario del PCI Luigi Longo), al circolo Garibaldi a Torino, a Biella per un comizio di Vittorio Foa della CGIL. A livello di associazionismo nazionale operio, l’interesse per l’esperienza di Cantacronache è successivo, databile intorno ai primi anni Settanta (quando Cantacronache come organismo in senso stretto non esisteva più). Amodei racconta l’evoluzione della diffusione del canto politico negli anni ’70 quando Cantacronache si sciolse e si formarono varie esperienze sia a Torino (Cantovivo e Cantambanchi) che nel resto d’Italia (Nuovo Canzoniere Italiano, legata alle edizioni Avanti di Milano). Nel corso dell’intervista Amodei cita intellettuali con cui Cantacronache collaborò (Franco Fortini, Franco Antonicelli a Torino, etnomusicologi e pittori per copertine di dischi e manifesti) e si sofferma sul problema dell’assenza di canali di distribuzione ufficiali (RAI e case discografiche) che determinò il fallimento economico del progetto. Si ricordano infine le canzoni composte su libera ispirazione e quante scritte su specifiche richieste da parte di varie componenti del movimento operaio.