Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci di Torino - Polo del '900

Giorgina Levi intervista Umberto Massola, alla Scuola del PCI di Faggeto Lario (CO), sull'attività del PCI nel 1943

Audiovisivo
  • Segnatura definitiva

    Fipag/GA_Levi/Audio, raccoglitore 2, audiocassetta 10

  • Durata

    31 minuti, 47 secondi

  • CRONOLOGIA* E ALTRE DATAZIONI

    • Definizione cronologica giugno 1973
    • Datazione * giugno 1973

  • Descrizione

    Giorgina Levi intervista Umberto Massola, operaio, dirigente del PCI e parlamentare. Nato a Pinerolo (Torino) il 30 settembre 1904, a 13 anni prende parte, a Torino, alle manifestazioni contro la guerra organizzate dopo la disfatta di Caporetto. Nel 1920 si iscrive al PSI, per passare l’anno dopo, alla sua costituzione, al Partito Comunista d’Italia. Viene arrestato nel 1927 con l’accusa di aver organizzato una manifestazione per il Primo Maggio e prosciolto dopo 13 mesi di carcere quindi nel 1929 espatria clandestinamente in Francia. Nel 1940 rientra definitivamente in Italia e gli viene affidato il Centro interno permanente del PCI. Sotto la sua direzione vengono pubblicati: il Quaderno del Lavoratore, Il grido di Spartaco e l’Unità clandestina; partecipa all’organizzazione degli scioperi del marzo 1943 che, da Torino, si estenderanno a Milano, alla Liguria, alla Venezia Giulia, all’Emilia e che si svolgeranno sino all’aprile. Alla caduta di Mussolini segue la nascita del futuro CLN e si occupa nell’Alta Italia, dell’organizzazione delle prime formazioni partigiane in Piemonte, entrando a far parte del Comando generale delle Brigate d’assalto Garibaldi. Sul finire del 1944 entra nella Segreteria nazionale del PCI. Sempre eletto nel Comitato centrale, membro della Direzione, diverrà segretario regionale delle Marche, parteciperà alla Costituente, sarà deputato comunista nella I e nella II Legislatura. Muore a Roma il 13 febbraio 1978Con Giorgina Umberto Massola parla degli scioperi del 1943, particolarmente diffusi a Torino (Fiat Mirafiori, Aeronautica e Tedeschi) e a Milano, dei loro obiettivi (condizioni di lavoro e fine della guerra), dell’organizzazione capillare del PCI, diffusa in tutte le fabbriche di Torino, Milano, Sesto San Giovanni, in Toscana e nel Lazio e del ruolo di Togliatti. L'intervista inizia e termina bruscamente
     


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