Si tratta di una serie di spezzoni di intervista: nella parte iniziale dell’intervista Caterina Villata recita e poi canta il testo di tre canzoni: Il ponte sul Po di San Mauro, un canto sulle donne e un canto sulla busta paga.
Racconta poi di aver iniziato a lavorare alla Manifattura Tabacchi il 24 gennaio del 1913 e di essere andata in pensione nel 1949. Nel 1913 vennero assunte in 140; complessivamente lavoravano in Manifattura circa 700 operai tra uomini e donne. Ricorda le varie fasi della lavorazione del tabacco e racconta di aver percepito l’ingresso in fabbrica come un miglioramento della sua vita, lei che aveva solo la terza elementare e fino ad allora aveva lavorato come lavandaia. A proposito della Manifattura Tabacchi racconta l’ingresso in fabbrica di alcuni mutilati della guerra 15-18 cui occorreva portare il cibo in laboratorio perché non riuscivano ad andare in mensa; le lotte per lo stipendio dopo la I guerra mondiale e alcuni episodi del periodo della resistenza. Segue una breve descrizione del suo nucleo familiare: la madre era nata a Santa Margherita, mentre il padre era di Castagneto Po. Avevano avuto sei figli: tre figli (di cui uno morto piccolo, uno morto in combattimento durante la prima guerra mondiale ed il terzo morto di spagnola) e tre figlie. Il padre lavorava in campagna per il marchese Revello, poi, grazie al suo aspetto, venne spostato nella villa del marchese a Cimena, come cameriere. La proprietà Revello era molto ampia: avevano animali e coltivavano il grano; ricorda anche la presenza di un mulino. Successivamente si trasferirono a Sambuy, dove suo padre acquistò una piccola cascina. Canta poi altre tre canzoni insieme ad Albina Lusso: Una sull’esposizione del 1911; “Da Turin a Muncalè” (canzone delle prostitute); “Del Vagabondo”. L’intervista termina con la lettura della poesia della cognata Teresa Villata, nata nel 1895, anche lei tabaccaia. La poesia venne scritta per il suo pensionamento e si intitola “aprile 1949”.