La prima parte dell’audio è composta dall’intervista a Cesare Merlino e alla moglie, sulla SMS De Amicis e sui suoi antecedenti. L’intervista è in piemontese. Merlino, nato a Torino, nel 1894, ricorda di aver lavorato, come garzone nella cascina De Michelis che si trovava in corso Casale, vicino al Motevelodromo. Merlino è stato uno dei soci fondatori della Società di Mutuo Soccorso De Amicis, la cui prima sede si trovava in via Gassino. La società venne fondata da un gruppo di dieci – dodici amici che si erano uniti ad un circolo dei tramvieri che esisteva, già dal 1899, in via Bardassano. Successivamente la Società De Amicis si è fusa con “La Fratellanza” della Madonna del Pilone. Nella prima sede, Merlino ricorda i numerosi balli; quando vennero sfrattati da via Gasino, trovarono due locali in corso Casale, ma la sede si presentava come troppo angusta. I soci decisero dunque, attraverso un’autotassazione di 25 lire pro capite, di acquistare un terreno in corso Casale 134 dove, nel 1922, venne avviata la costruzione dell’attuale sede della società. Merlino ricorda che la prima grande festa della Società venne organizzata per il ritorno dei soci-soldati dalla Prima guerra mondiale; poi venne la festa per il 1° Maggio con la partecipazione di tutte le altre Società di Mutuo Soccorso di Torino e provincia. Racconta infine della creazione di un’altra società agricola con i contadini della piana di San Raffaele Cimena (Gassino). La seconda parte del file riguarda l’intervista di Giorgina Levi ad Albina Lusso, sempre sul medesimo tema: la Società di Mutuo Soccorso De Amicis. La Lusso racconta che la De Amicis venne fondata nel 1908 in via Gassino n. 8. La società era, per statuto, apolitica, anche se la maggior parte dei soci era socialista. Alla Madonna del Pilone, in via Monteu da Po all’angolo con corso Casale, c’era la sede di un’altra società di mutuo soccorso “La Fratellanza“, un circolo con uno spaccio riservato ai soci. Quando la De Amicis si trasferì in Corso Casale, la Fratellanza venne chiusa ed i soci entrarono a far parte della De Amicis. Durante il periodo fascista, la Società non ebbe grandi problemi; la Lusso ricorda soltanto il furto della bandiera, portata alla federazione delle cooperative fasciste, che i soci riuscirono a recuperare alla Liberazione. Lusso ricorda infine quali fossero i compiti della De Amicis: nel caso in cui uno dei soci (o uno dei familiari) si fosse ammalato, la società metteva a disposizione un medico e forniva ai lavoratori un sussidio che venne poi cancellato, con la costituzione delle mutue di fabbrica. Alle partorienti veniva concesso, una tantum, un sussidio di dieci lire, sussidio che non era previsto per le vedove, per le quali veniva realizzata una coletta tra i soci.