Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci di Torino

Registrazione di 3 interventi del seminario sul fascismo in America latina svoltosi a Torino nel giorni 26 e 27 marzo 1976

Audiovisivo
  • Segnatura definitiva

    Fipag/GA_Levi/Audio, raccoglitore 4, audiocassetta 10

  • Durata

    1 ora, 20 minuti, 44 secondi

  • CRONOLOGIA* E ALTRE DATAZIONI

    • Definizione cronologica 26 marzo 1976 - 27 marzo 1976
    • Datazione * 26 marzo 1976 - 27 marzo 1976

  • Descrizione

    Il primo intervento è di Carlos Prestes segretario generale del partito comunista brasiliano e parla in portoghese (tradotto da una interprete) della minaccia del fascismo in Brasile, determinata all’incapacità delle classi dirigenti di risolvere i problemi del paese e dal predominio della grande proprietà terriera. Parla del miracolo brasiliano determinato da un aumento della produzione industriale a seguito dell’accresciuto sfruttamento della classe operaia. Sottolinea l’uso da parte della classe dirigente del paese della repressione e delle violenze per garantire stabilità ad un paese segnato da enormi squilibri sociali. Dopo una serie di tentativi di golpe non riusciti grazie all’opposizione popolare, nel 1964, sfruttando una crisi ciclica del capitalismo brasiliano un regime reazionario abolisce tutti i più elementari diritti togliendo la libertà di sciopero, riducendo i salari e abolendo il divieto di esportare capitali vengono tolte le libertà di espressione ai partiti politici sciogliendoli nel 1965. Si instaura così il governo più reazionario che il paese abbia conosciuto dal tempo dell’indipendenza. Vengono esaminate le caratteristiche del fascismo brasiliano che è sostanzialmente lo strumento dell’espansione dell’imperialismo USA sull’America latina. A conferma di ciò vengono portate le altissime spese militari e la mancata firma da parte del Brasile del trattato per la non proliferazione delle armi nucleari. Carlos Prestes afferma, a conclusione dell’intervento, che il compito di tutti i sudamericani, nel marzo 1976 è abbattere la dittatura di Pinochet in Cile (e lottare per la liberazione del senatore comunista Luis Corvalan) perché ciò uno strumento per indebolire l’imperialismo nordamericano. Segue l’intervento di Luis Gonzaga de Oliva, sempre sull’analisi del fascismo in Brasile dove forze armate che fanno politica in dipendenza dall’influenza degli USA e non nell’interesse di una classe o del popolo.  Osserva che la mancata rivoluzione borghese ha portato alla costituzione di una base sociale estremamente ristretta nel governo dello stato, mentre le masse popolari sono state totalmente escluse dalle risorse economiche. Conclude ricordando che esistono diversi piani di invasione di Cuba da parte degli USA per impedire che vengano aiutati i popoli dell’America latina a liberarsi dall’imperialismo americano. Infine parla Raul Sanchez di Santo Domingo. Nell’intervento Sanchez analizza la situazione del centro America, molto diversa da quella del sud America. Ricorda Santo Do mingo ha conquistato l’indipendenza nel 1844 con un movimento anti-haitiano promosso dai latifondisti che dominavano l’economia di carattere feudale. Sottolinea infine che il modello economico centro-americano è molto diverso da quello europeo a causa dell’incapacità della borghesia locale di interpretare gli ideali della rivoluzione francese.


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