Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci di Torino

Giorgina Levi intervista Luisa Giambone sulla famiglia Montagnana

Audiovisivo
  • Segnatura definitiva

    Fipag/GA_Levi/Audio, raccoglitore 5, audiocassetta 7

  • Durata

    54 minuti, 40 secondi

  • CRONOLOGIA* E ALTRE DATAZIONI

    • Definizione cronologica 14 maggio 1991
    • Datazione * 14 maggio 1991

  • Descrizione

    Luisa Giambone è nata a Saint Nazaire nel 1904, ma è cresciuta a Lione, dove ha conosciuto e sposato Eusebio Giambone. Luisa Giambone racconta di aver conosciuto mamma Montagnana, con Elena e Paolo Robotti a Lione. Elena e Paolo abitavano in un vecchio quartiere della città – la Guillottière – insieme a tanti fuoriusciti italiani, tutti compagni; mamma Montagnana era venuta in Francia per la nascita del figlio di Elena; era una donna era eccezionale, molto intelligente e precisa. Prima della partenza per Parigi, al terzo congresso del partito comunista (che si era tenuto in un bar di proprietà del padre di Luisa) aveva conosciuto Santhià, Longo, Togliatti e tanti altri compagni. A Parigi, nel 1936, dove conobbe Mario, Franco, Togliatti e Rita, fondò con Annamaria ”il cantuccio dei bambini” dove i figli dei compagni venivano a giocare. Dopo due anni trascorsi a Parigi, nel 1939, con il marito Eusebio, tornò a Lione e qui lui venne arrestato come spia e poi internato a Le Vernet, dove ritrovò Mario Montagnana. Successivamente Eusebio venne estradato in Italia e costretto, insieme alla moglie, al confino a Castelbaronia in provincia di Avellino. Alla caduta di Mussolini, i due coniugi tornarono a Torino ed Eusebio si unì alle brigate partigiane; poi (nel 1944) fu catturato dai fascisti e ucciso al Martinetto. Luisa andò invece ad abitare dai cognati, in Borgo San Paolo, dove conobbe gli altri Montagnana: Ugo, Clelia e Lidia. Ricorda la requisizione della casa dei Montagnana e la disperazione della mamma e di Clelia. In borgo San Paolo i Montagnana godevano di una grande reputazione e tutti quelli che avevano problemi si rivolgevano a loro: erano considerati dei veri e propri punti di riferimento, in particolare Clelia che andava a visitare i carcerati e faceva scuola ai ragazzi. Nel giardino di casa Montagnana c’erano due piante, una di prugne ed una di albicocche; la casa, sebbene apparisse un po’ trascurata, sembrava a tutti bellissima, tanto era il calore e l’ospitalità che vi si respirava. Luisa ricorda che fu proprio Clelia a dare lezione d’italiano a lei e alla sua bambina. Molto colpita dall’arresto di Robotti in Russia, Clelia detestava Stalin considerandolo un assassino; non le piaceva neppure Togliatti, ma parlava bene di Gramsci, facendo spesso raffronti fra le loro famiglie. Clelia amava molto i bambini, ed era la più attiva e disponibile, impegnata nel sociale senza essere ossessionata dalla politica. Tra le sorelle Luisa ricorda infine che Elena era la più bella e Lidia la più tranquilla.


Per informazioni e consultazione scrivere a:

archivio.biblioteca@polodel900.it