Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci di Torino

Intervista di Giorgina Levi a Albina Lusso che racconta la sua infanzia

Audiovisivo
  • Segnatura definitiva

    Fipag/GA_Levi/Audio, raccoglitore 6, audiocassetta 3.1

  • Durata

    44 minuti

  • CRONOLOGIA* E ALTRE DATAZIONI

    • Definizione cronologica 19 dicembre 1982
    • Datazione * 19 dicembre 1982

  • Descrizione

    Giorgina Levi intervista Albina Lusso sulla sua infanzia. Albina Lusso inizia l’intervista parlando dei genitori: il padre abitava a Torino, in una soffitta di via Artisti e faceva il carrettiere; la madre era nata e abitava in una cascina a San Vito, sulla collina di Torino e consegnava il latte in città. Il loro era stato un matrimonio combinato; dopo dieci anni di matrimonio, il 12 gennaio 1902, era nata Albina e la madre aveva aperto una latteria proprio in via Artisti, ben presto chiusa per difficoltà economiche. A seguito di un incidente sul lavoro del padre, si erano trasferiti alla Madonna del Pilone, in corso Casale 213, accanto alla cascina dove abitavano i nonni materni che avevano offerto lavoro alla madre. Il padre aveva poi ripreso a fare il carrettiere, ma la loro situazione economica non migliorò mai. Dal 1904 al 1911 nacquero altri 4 figli. Albina frequentò la scuola Beata Vergine del Pilone, ma, per aiutare la famiglia che viveva in povertà, al mattino molto presto lavorava, consegnando giornali. Veniva pagata con una manciata di castagne che lei divideva con il fratello. Dopo la scuola aiutava la madre nella raccolta delle violette e dei girasoli e spigolando nella cascina dei nonni. Albina ricorda di essere stata una bambina piuttosto fragile (il dottor Herr della Società di Mutuo Soccorso De Amicis le prescriveva sempre uno sciroppo per combattere l’anemia) che amava molto studiare, ma che era costretta a lavorare continuamente. La madre, per integrare i magri guadagni del padre, allevava i bachi da seta in casa, faceva il bucato per le famiglie e aiutava i nonni (alla cascina Boass) che la pagavano in natura. Nonostante la situazione della famiglia, Albina ricorda di aver giocato tanto da bambina, con tutto ciò che le capitava di trovare per strada. Frequentò la scuola fino alla quinta elementare, poi andò a lavorare come camiciaia da una parente, in via Garibaldi angolo via dei Quartieri. A dodici anni venne assunta da Sacerdote, che produceva ganci e fibbie per gli zaini dei soldati della prima guerra mondiale. Lì rimase fino alla fine della guerra, nel 1918, poi, dopo una piccola pausa come sellaia, iniziò a lavorare come maglierista.


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