Fondazione Carlo Donat-Cattin - Polo del '900

Minuta di lettera di Carlo Donat-Cattin al segretario politico della Dc Aldo Moro, Roma 11 dicembre 1963

Unità archivistica
  • Segnatura archivistica

    FCDC TO Archivio Carlo Donat-Cattin 402

  • Data

    11/12/1963

  • Contenuto

    "Devo in primo luogo ringraziarti per la fiducia che hai posto in me nell'accogliere il giudizio favorevole e farmi compiere l'esperienza di sottosegretario e di farmela compiere alle Partecipazioni statali.
    Devo, però, con profonda convinzione e con acerba amarezza, reiterare la protesta che l'amico Pastore ha già espresso sabato scorso contro la palese ingiustizia compiuta alle spalle di Rinnovamento.
    Noi avevamo pieno diritto di ottenere una rappresentanza, al Governo e tra i sottosegretari, nettamente migliorata rispetto a quella precedente che era di un ministro (Pastore) e di tre sottosegretari (Calvi, Cappugi e Gatto).
    Dopo le elezioni del 28 aprile siamo almeno 43 parlamentari e abbiamo nel partito, pur col sistema maggioritario, una presenza congressuale del 12-13%, che il sistema proporzionale manifesterà in netto crescendo.
    Seppur non identificati con essi, siamo in larga misura articolazione politica nella Dc di organizzazione e di movimenti, mancando la base dei quali alla Dc, essa cambierebbe aspetto e sarebbe nient'altro che un partito borghese.
    Senza tener conto dell'ultimo e più forte argomento e considerando soltanto quelli proporzionalistici, non c'era ragione per negarci - con un solo ministro su 15 - 5 sottosegretari: e sono pronto ad ogni dimostrazione aritmetica.
    Che cosa è accaduto, invece? Addirittura la riduzione a due: mentre ai dorotei (145 parlamentari) ne sono andati 11 in aggiunta ai 6 ministri; ai fanfaniani (65) ne sono stati assegnati 7 oltre a 2 ministri.
    Nessun rispetto delle proporzioni, dunque, e non si faccia il discorso del valore e delle capacità personali. Credo che sia fastidioso e imbarazzante, ma non mi esimerò, se si volesse insistere, da un confronto tra alcuni nomi che noi abbiamo proposto e alcuni dei sottosegretari nominati appartenenti ai due gruppi citati: i nostri nomi possono guardare dall'alto, con tutta tranquillità.
    Siamo allora di fronte a casi di prepotenza e di ingordigia e, per contro, passami la sincerità, a un caso di debolezza. Sembra che, a sostenere come gruppo l'azione della tua segreteria del partito, noi abbiamo commesso una colpa della quale dovessimo essere puniti, come lo siamo stati.
    Non dico questo perché ci aspettassimo un premio, perché non ce lo aspettavamo, non ce lo aspettiamo e non lo vorremmo mai, le nostre scelte politiche compiendosi ben al di fuori di questi baratti.
    Ma non ci aspettavamo una punizione e abbiamo il dovere di chieder spiegazioni e di trarne le conseguenze d'ordine politico e d'ordine pratico.
    Nessuno si illuda di mantenere i contatti col mondo socialista schiacciando l'espressione politica più qualificata del movimento operaio cristiano: se dovessero essere intrecciati a questo costo, quei legami noi li sapremmo spezzare.
    E nessuno si illuda di fare accordi di potere, interni di partito, senza contare le sinistre permanenti nel momento in cui si dice di avviare una politica di centro-sinistra.
    Tu hai ancora, fin qui, la responsabilità del partito e tu non puoi spiegare quanto è accaduto sulla base di piccoli discorsi per cui bisognava rappresentare la tal zona e tener conto della talaltra raccomandazione. La tua capacità di giudizio politico non si affoga certamente in queste meschinità e ti rendi conto che hanno un valore diverso e giustificate le nostre proteste, le proteste di un gruppo qualificato, dell'unico gruppo radicato nel movimento operaio che sia nell'ambito della Democrazia cristiana, mortificato nel momento in cui si avvia una politica di collaborazione con un partito che si richiama alla classe operaia come il partito socialista.
    È questo il motivo fondamentale sul quale si fonda la nostra irrinunciabile richiesta di spiegazione d i riparazione.
    Essa precede per noi ogni discorso in merito alla crisi che si apre nel partito con la tua nomina alla Presidenza del Consiglio".

  • Note

    carta intestata "Camera dei Deputati"; unita minuta dattiloscritta con correzioni manoscritte; pubblicata in L'Italia di Donat-Cattin. Gli anni caldi della Prima Repubblica nel carteggio inedito con Moro, Fanfani, Rumor, Forlani, Andreotti, Piccoli, Zaccagnini, Cossiga, De Mita (1960-1991), a cura di V. Mosca e A. Parola, Marsilio, Venezia 2012


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