Lettera di Guido Bodrato a Carlo Donat-Cattin, Roma 11 luglio 1979
Unità archivistica
Segnatura archivistica
FCDC TO Archivio Carlo Donat-Cattin 426
Data
11/07/1979
Contenuto
"Caro Donat-Cattin,
Ti riassumo le ragioni del mio dissenso. Riguardano la linea politica, i rapporti con la segreteria, il ruolo attribuito alla corrente.
Sulla prima e fondamentale questione si è delineato, sin dal '77, un atteggiamento critico di Forze Nuove nei confronti della analisi morotea sulla "terza fase" della vita democratica del nostro paese. Questa diversità di posizioni, questa sostanziale svalutazione della politica del confronto, si è poi accresciuta con riferimento alla solidarietà nazionale, che è stata artificiosamente confusa con la proposta comunista di compromesso storico. Abbiamo dato un avvallo a polemiche strumentali e pretestuose, ad accuse di filo-comunismo che riguardavano amici della DC (ed anche del nostro gruppo). Nel corso di questa vicenda, non si è dato alcun peso ai chiarimenti, né al fatto che dall'intesa programmatica si sia "disimpegnato" il PCI. Anzi, questi temi sono diventati argomento dei contrasti interni e di un sospetto che avvelena da tempo le nostre discussioni. Nello stesso tempo, in concreto, si è di fatto subita, e per certi aspetti avvallata, una complessa operazione diretta a cambiare la natura della DC, ad indebolirne cioè la natura popolare e l'ispirazione cristiana, per renderla subalterna a forze che appartengono, culturalmente e politicamente, al filone della decadenza trasformista della democrazia.
In questa situazione, invece di lavorare per valorizzare gli aspetti positivi del congresso e per risolverne i limiti (che non intendo certamente negare), si è insistito in una critica alla segreteria che ha favorito quanti si erano, sin dall'inizio, opposti in ogni modo alle proposte di rinnovamento (nel partito e nel governo) senza però assumersi una precisa responsabilità politica nelle sedi statutarie. La elezione del Presidente del gruppo parlamentare conferma questa involuzione, che ci coinvolge, né si può sottovalutare il significato politicamente negativo di questo fatto, che ha approfondito il solco tra le diverse componenti della maggioranza congressuale e che ha aperto la strada alle attuali straordinarie difficoltà di strategia.
In queste condizioni, e mentre si apre nella DC e sulla DC un vasto e decisivo dibattito (non solo pre-congressuale), sono convinto che è necessario insistere, al di là delle delusioni che abbiamo avuto, per superare l'attuale assetto interno del partito. Una nostra chiusura, un rilancio organizzativo della corrente senza chiare prospettive politiche, favorirebbe solamente un più generale riflusso verso il passato e renderebbe inutile o puramente difensivo ogni appello per la formazione di "cartelli" congressuali. Si è esaurita, per tutte le correnti, la funzione tradizionale; il vero modo di restare fedeli al nostro passato e di guardare con speranza al futuro sta nell'essere pienamente disponibili ad un dialogo che ci faccia superare i limiti di quella esperienza, che la metta al servizio di tutto il partito, e che metta il partito in condizioni di portare avanti la linea del confronto e del rinnovamento, in una situazione molto difficile.
Negli ultimi incontri le diversità di opinione si sono confermate e per certi aspetti approfondite. Per questa ragione, mentre sento come gli altri amici disagio ed amarezza, non credo utile la ricerca di conclusioni formali per una questione che è essenzialmente politica. Solo una più vasta iniziativa culturale e politica, un più generale coinvolgimento, può risolvere questa situazione. A proposte di questo tipo, che dimostrassero la capacità di ricomporre l'area Zaccagnini e di rilanciare il dibattito politico ad un più alto livello, non mi sottrarrei certamente; credo infatti che la scelta del XIII Congresso resti nella sostanza valida e che solo recuperando quel discorso e quei valori si possa dare una risposta originale e corretta alla crisi che stiamo vivendo.
Con amicizia e cordialità
Tuo Guido Bodrato"
Note
carta intestata "Camera dei Deputati"; firma autografa