Fondazione Carlo Donat-Cattin - Polo del '900

"Proposta di direttiva sul lavoro atipico", giugno-dicembre 1990

Unità archivistica
  • Segnatura archivistica

    FCDC TO Archivio Carlo Donat-Cattin 723

  • Data

    06/1990 - 12/1990

  • Contenuto

    "Parlamento europeo. Documenti di seduta. Relazione presentata a nome della Commissione per gli affari sociali, l'occupazione e le condizioni del lavoro su un'iniziativa riguardante una proposta di direttiva concernente i contratti e i rapporti di lavoro atipici. Relatrice Heinka Salisch", 1 giugno 1990 (fotocopia, danni da scoloritura);
    relazione sulle proposte di modifiche alla direttiva relativa al lavoro atipico, 24 ottobre 1990 (lingua francese);
    "Commissione delle Comunità europee. Modifica della proposta di Direttiva del Consiglio relativa a determinati rapporti di lavoro per quanto riguarda le distorsioni di concorrenza. Modifica della proposta di Direttiva del Consiglio che completa le misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori temporanei", Bruxelles 7 novembre 1990;
    "Rappresentanza permanente d'Italia presso le Comunità europee. Consiglio Affari sociali", Bruxelles 26 novembre 1990: note sulla proposta di direttiva sul lavoro atipico;
    minuta di lettera di Carlo Donat-Cattin a "Illustre Presidente" [Giulio Andreotti], [s.d., post 26 novembre 1990] (carta intestata "Il Ministro del Lavoro e della previdenza sociale", scrittura dattiloscritta, testo in nota);
    lettera del segretario generale della Confederation européenne des Syndicats Mathias Hinterscheid al presidente del Consiglio Giulio Andreotti, Bruxelles 6 dicembre 1990 (lingua francese; fotocopia, danni da scoloritura);
    "Idee per la discussione sul lavoro atipico" (nota manoscritta non di mano di Donat-Cattin, s.d.).

  • Note

    testo della lettera di Donat-Cattin:
    "Illustre Presidente,
    nel rimetterLe il resoconto della discussione avuta in seno al Consiglio dei Ministri del lavoro e degli affari sociali del 26 novembre scorso, tengo ad attirare la Sua attenzione sul dibattito svoltosi sul punto all'ordine del giorno attinente alla tematica del lavoro atipico.
    Come è noto, la Commissione aveva articolato tale tematica in tre direttive a base giuridica diversa (100 -100 A - 118 A).
    Il Parlamento Europeo ha espresso il proprio parere sostanzialmente positivo sulle direttive a base giuridica 100 A e 118 A, respingendo definitivamente quella a base giuridica 100. Ad avviso del Parlamento Europeo le direttive a base giuridica 100 e 100 A avrebbero dovuto fondersi in una sola direttiva basata sull'art. 100 A.
    La Commissione dal canto suo ha confermato l'impostazione delle tre direttive basate sugli artt. 100, 10O A
    e 118 A.
    Diversi Stati membri hanno proposto di fondere le due direttive a base giuridica 100 e 100 A in un'unica direttiva basata sull'art. 100.
    La Confederazione Europea dei Sindacati è favorevole all'approvazione delle due direttive sul lavoro atipico con base giuridica 100 A e 118 A e non mostra alcun interesse sull'eventuale adozione della sola direttiva in materia di igiene e sicurezza del lavoro (118 A).
    Di fronte a questo ventaglio di posizioni tra loro contrastanti e che ovviamente non hanno consentito di poter svolgere un'opera di mediazione, ho ritenuto opportuno inserire l'argomento del lavoro atipico all'ordine del giorno del Consiglio per un dibattito di orientamento, sperando che dalla discussione potesse emergere qualche spiraglio che consentisse di avviare a soluzione il problema, che rappresenta la prima importante iniziativa in attuazione della Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori.
    Nel corso del dibattito la maggior parte delle delegazioni ha manifestato l'opportunità della prosecuzione dei lavori per quanto attiene alla direttiva sul lavoro atipico basata sull'art. ll8 A, in ordine alla quale sussistono buone prospettive di poter addivenire ad una posizione comune, una volta risolte questioni di non eccessivo rilievo.
    Per quanto concerne la direttiva sul lavoro atipico, attinente la distorsione della concorrenza, la maggior parte delle delegazioni ha rilevato che la base giuridica proposta dalla Commissione non si giustifica alla luce del secondo paragrafo dell'art. lO0 A del Trattato, il quale esclude il proprio ambito di applicazione per i diritti ed interessi dei lavoratori dipendenti, per i quali è prevista l'unanimità dei consensi.
    Altre delegazioni hanno sostenuto che la direttiva in questione, per consentire di approvarla a maggioranza qualificata, dovrebbe essere depurata dai riferimenti a questioni rientranti nella materia della sicurezza sociale, in quanto per tale materia vige il sistema della deliberazione all'unanimità in base all'art. 51 del Trattato.
    In linea generale si può dire che tutte le delegazioni hanno espresso l'avviso di rispettare le basi giuridiche previste dal Trattato, senza alcuna forzatura interpretativa, rinviando alla prossima Conferenza intergovernativa il compito di esaminare eventuali modifiche dei Trattati che prevedano l'estensione del voto a maggioranza qualificata di tutte le materie attinenti alla dimensione sociale.
    Di fronte a questo panorama di orientamenti tendenti ad operare un deciso blocco all'adozione delle direttive sul lavoro atipico, non tanto per ragioni giuridiche quanto, a mio avviso, per ragioni politiche o, meglio ancora, economiche, ho riferito al Consiglio che avrei portato il resoconto della seduta limitatamente alla discussione sulle proposte di direttive sul lavoro atipico a conoscenza del Presidente del Consiglio Europeo e del Presidente della Commissione della Comunità.
    Alla luce delle indicazioni che dovessero pervenire sarebbe stata esaminata la possibilità di indire un secondo Consiglio formale sull'argomento entro la fine del prossimo mese.
    Questa mia decisione ha suscitato viva reazione da parte del Ministro del Lussemburgo - cui si sono associati il Ministro francese e la Commissario Papandreou - che ha rivendicato la competenza dei Ministri del lavoro ed ha ribadito l'opportunità di riprendere con urgenza i lavori sulla direttiva relativa all'igiene e sicurezza del lavoro."


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