Minuta di lettera di Carlo Donat-Cattin al direttore responsabile del «Corriere della Sera» Piero Ottone, Roma 2 luglio 1974
Unità archivistica
Segnatura archivistica
FCDC TO Archivio Carlo Donat-Cattin 931
Data
02/07/1974
Contenuto
"Leggo sul Corriere di oggi un articolo di Ulderico Munzi sulla chiusura di «Sette giorni».
Mi preme rettificare soltanto quel che mi riguarda direttamente e quel che tocca la sinistra dc di Forze Nuove.
Vengo indicato nell'articolo come il "mecenate", sia pure "politico", della rivista. La qual cosa non è mai stata possibile e non è vera, tanto per la mancanza di mezzi che mi contraddistingue, quanto per il fatto che «Sette giorni» chiude essenzialmente, al di là di ogni mormorazione, per mancanza di mecenatismo.
Quanto ai "fastidi" che avrei dato o non dato alla rivista, è bene tenere conto che essa nacque nella confluenza tra un gruppo di pubblicisti d'ispirazione cristiana e un gruppo di appartenenti alla Dc, della sinistra di Forze Nuove, per far opera di maturazione politico-culturale nel mondo cattolico e per tendere al confronto e alla confluenza delle forze storiche della vista [recte vita?] politica italiana. Nel pieno rispetto della libertà giornalistica, secondo quel che viene riconosciuto, avevamo, come sodali, pieno diritto non già di "dar fastidi", ma di esprimere la nostra opinione per tener fede a quell'indirizzo. In quell'ambito l'autonomia di Sette giorni non ha avuto variazioni e non credo che Pratesi abbia potuto indicare un periodo, anche breve, nel quale sia stato meno autonomo.
Lascio da parte ogni altro rilievo, su inesattezze e deformazioni talvolta malevole, alcune delle quali comprensibile derivato di interpretazioni che qualche redattore ha voluto dare in chiave di auto-giustificazione, sostituendo motivazioni epiche a obbiettive insufficienze.
La ringrazio se vorrà dar atto sul Suo giornale di questa mia precisazione".