Fondazione Carlo Donat-Cattin - Polo del '900

Minuta di lettera di Carlo Donat-Cattin al direttore de «L'Europeo» di Milano Tommaso Giglio, Roma 15 novembre 1974

Unità archivistica
  • Segnatura archivistica

    FCDC TO Archivio Carlo Donat-Cattin 932

  • Data

    15/11/1974

  • Contenuto

    "Sono grato a Franco Bentivogli, segretario della Federazione metalmeccanici Cisl, per il suo intervento (L'Europeo del 14 novembre) sul caso dei "fischi a Mirafiori".
    Gratuito, distorto, prevenuto, ossessionato, formalistico, meccanico, non razionale, superficiale, sbagliato, deviante, inutile, insieme col ricorso al solito Tecoppa e altre cose ancora: questo rosario di giudizi negativi nei miei confronti, un po' troppo grigi e mancanti di ferocia per essere stalinisti, dovrebbero farmi esprimere sentimenti diversi della gratitudine. Ma quel che conta nella lettera di Bentivogli non sono gli aggettivi; è invece l'attacco indiscriminato contro la Democrazia cristiana, sinistra compresa e più volte sottolineata, un attacco da render pallidi quelli de L'Unità, a perfetta conferma della mia tesi: esistere un "animus" gruppuscolare in alcuni gruppi dirigenti della mia organizzazione sindacale, la Cisl, più rilevante e concentrato nella Federazione metalmeccanici. Poiché un notevole elemento di prova è fornito addirittura dal segretario nazionale di quella federazione, io lo ringrazio.
    La linea sostenuta dai gruppi che si collocano al di là del Pci non è soltanto il ripudio del centro-sinistra, ma anche la negazione della politica sostenuta dai comunisti, il cosiddetto "compromesso storico", cioè l'obbiettivo di una alleanza tra partiti della sinistra e partiti democratici che di sinistra non sono, come, in primo luogo, la Democrazia cristiana. Quei gruppi considerano la Democrazia cristiana un nemico dei lavoratori, e quindi, puntano ad una maggioranza tutta di sinistra. Bentivogli non giudica in modo sostanzialmente diverso: "C'è una divaricazione di interessi tra gran parte di ciò che la Dc tutta intiera vuole e gli interessi dei lavoratori". Il segretario della FIM le conseguenze le aveva tratte prima, in altra sede, nella relazione, che ha stampato, ad un "seminario" di dirigenti della sua organizzazione: bisogna perseguire una ristrutturazione delle forze politiche, non certo in direzione di un "compromesso", ma per ottenere una maggioranza della sola sinistra. Dio mi guardi dal contestare la legittimità di quell'aspirazione, come di quella del "compromesso storico", che personalmente non condivido: devo soltanto osservare che l'obbiettivo della maggioranza di sinistra si può costruire soltanto con l'emarginazione della Democrazia cristiana.
    Nessuno forse più di me è convinto dei notevoli errori di indirizzo e di omissione che la Democrazia cristiana, nel suo rapporto con i lavoratori, ha compiuto in trent'anni, nei quali ha tuttavia funzionato da struttura portante della vita democratica in un Paese che ha cambiato radicalmente il suo assetto sociale ed economico. E il rischio di più gravi errori è proprio quello dell'ora che batte. Chiunque segua il dibattito politico conosce le nostre critiche, i nostri dissensi e le nostre proposte alternative. Errori che motivano anche i "fischi di Mirafiori", come ho detto all'Europeo, seppure il Suo giornale, caro direttore, ha voluto dare spazio quasi esclusivo ad una parte sola della conversazione con me. Ma chi è immune da errori? Le stesse organizzazioni sindacali, forse, non stanno compiendo - senza confessarlo all'esterno - un esame di coscienza che le deve condurre ad una più alta maturità? Per la Democrazia cristiana non può trattarsi, però, di una "divaricazione" radicale rispetto ai lavoratori, come quella che Bentivogli denuncia, se è valida l'indagine di un insospettabile testimone, il prof. Sylos Labini, secondo il quale ancora nel 1972 più del 32 per 100 dei lavoratori dipendenti ha votato per lo scudo crociato. Bentivogli può sempre farsi spiegare la circostanza da quelli, tra gli unici segretari della Cisl, che si dichiarano democratici cristiani, che hanno militato e militano nelle aborrite correnti di sinistra dc: Storti, Macario, Marini, Marcone, Romei, Reggio, Spadonaro, Ciancaglini.
    Certo, non apprezzo, con i miei amici della sinistra dc, lo spazio e la copertura che Il Popolo offre a quelli che il segretario della FIM chiama "squallidi personaggi che tramano la scissione" e che sono suoi consoci nella Cisl. Ma atti e documenti come la lettera di Bentivogli, di radicale livore antidemocristiano, motivano quel comportamento de Il Popolo e danno spazio a posizioni scissionistiche che noi combattiamo e che sono invece incoraggiate dall'ottuso settarismo.
    Quanto alla curiosa scoperta che sarei preoccupato dalla possibilità di un secondo partito cattolico alla sinistra della Democrazia cristiana, devo deludere il mio interlocutore: è una possibilità sepolta da quando, pur sostenuta da Bentivogli e da una parte notevole dell'apparato Cisl-FIM, l'esperimento di Livio Labor fallì al di sotto dei 120 mila voti.
    La Democrazia cristiana è un partito difficile e attualmente in stato di crisi, ma, proprio per stare alle regole della razionalità e al senso della storia, non può essere cancellata, per comodità polemica, dal contesto di un secolo di vita dell'Italia come espressione politica e democratica di grandi masse popolari. Con la Dc si deve confrontare una grande organizzazione sindacale che conta nelle sue file quasi due milioni di elettori di quel partito, senza collateralismi, che non intendo minimamente resuscitare, ma anche evitando l'incomunicabilità o addirittura la crociata per distruggerla.
    Le altre osservazioni sono secondarie.
    Posso ricordare che la politica della casa ha quasi sempre avuto responsabili di governo socialisti, dai quali non ho imparato molto in materia di quello che si chiama, senza specificazioni, un diverso modo di governare. E, accusati di non aver avuto capacità di previsione della crisi petrolifera, dovremmo essere rammaricati perché Bentivogli, che la sapeva lunga, non ci abbia per tempo informati. Cosi come devo notare che non è del tutto elegante dissentire dai fischi, per approvarli dieci righe più oltre, in un "raptus" populista che di ogni assemblea fa una sede "carica di verità" e di "consapevolezza politica". Molti lavoratori e dirigenti sindacali mi hanno però espresso solidarietà in queste settimane, dimostrando di non avere la stessa cieca fede negli umori delle assemblee.
    Ma, in ultima analisi, possono far sorridere le vicende per le quali siamo magari estromessi d'imperio dall'Esecutivo della Dc per mano di un sen. Fanfani e aggrediti sui giornali da un Bentivogli. Sono gli incerti della posizione di frontiera e di raccordo che abbiamo scelto come sinistra dc, una posizione ricca non soltanto di tali incidenti, ma anche di risultati validi e significativi".


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