Fondazione Carlo Donat-Cattin - Polo del '900

Minuta manoscritta e dattiloscritta di lettera di Carlo Donat-Cattin al direttore de «Il Corriere della Sera» Franco Di Bella, Roma 29 gennaio 1980

Unità archivistica
  • Segnatura archivistica

    FCDC TO Archivio Carlo Donat-Cattin 945

  • Data

    29/01/1980

  • Contenuto

    "Leggo sul Corriere notizia di una denuncia presentata a mio carico: "L'ex ministro dell'Industria effettuò telefonate da casa per più di sette milioni di lire". Per essere precisi, non da casa, ma dal mio ufficio di Torino.
    È stata applicata a me, come a tutti i ministri e sottosegretari, la franchigia su una linea telefonica del luogo di abituale residenza. Non esiste paese libero e democratico nel quale chi ha responsabilità di governo non venga perciò retribuito e coperto delle spese inerenti il suo compito. È una richiesta del manifesto dei comunisti del 1848.
    Ho fatto il ministro del Lavoro e dell'Industria per nomina del Presidente della Repubblica in governi con la fiducia del Parlamento. Posso dire, con tutta tranquillità, a tempo pieno e in periodi procellosi: stando A Roma, a Torino, a Bruxelles, a Milano e dovunque 13-14 ore al giorno. E la cifra di sette milioni non è certo l'intero. Ho dovuto parlare per molto di più. Pagando bollette di casa assai più salate di quel che dipenda dalle relazioni telefoniche private.
    Sono centinaia i ministri e sottosegretari in condizioni analoghe. Potremo elencare tutti i governi della Repubblica. Rimane da spiegare perché soltanto uno sia denunciato.
    La ringrazio se vorrà pubblicare".
    Allegato: fotocopia dell'articolo del «Corriere della Sera» del 29 gennaio 1980 "Per i telefoni gratuiti assolti direttori SIP".


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