Fondazione Carlo Donat-Cattin - Polo del '900

Minuta di lettera di Carlo Donat-Cattin a don Peradotto, Torino 20 aprile 1982

Unità archivistica
  • Segnatura archivistica

    FCDC TO Archivio Carlo Donat-Cattin 952

  • Data

    20/04/1982

  • Contenuto

    "Mi rivolgo a Lei nella Sua funzione di Direttore de La Voce del Popolo. Credo non possono sorgere dubbi sul carattere cattolico del settimanale. Lasciamo stare se è ufficioso o no, dal momento che è diretto dal Vicario dell'Archidiocesi di Torino e porta in rubrica le notizie dell'Arcivescovado.
    Da tempo ormai, prima ancora della di Lei direzione, La Voce del Popolo, per una sua parte significativa, ha acquisito le specie di organo politico, non già per una informazione obiettiva interpretata alla luce dei principi: sarebbe, più che giusto, doveroso. La Voce del Popolo è diventata organo neppure di partito, ma di corrente. I riferimenti politici corrispondono ad una posizione particolare interna della Democrazia cristiana, quella dell'area Zaccagnini, a livello nazionale e a livello locale, con la ricerca della rottura con i socialisti e i laici e di un rapporto preferenziale col partito comunista.
    La mescolanza impropria tra l'indirizzo religioso e l'indirizzo politico dei collaboratori, che si esercitano in questo impegno di parte, conduce ad una posizione estremamente simile a quella di Franco Rodano e riduce a quell'archetipo Aldo Moro e tutto quello che verrebbe da lui. Sono tesi discutibili quelle sostenute sulla Voce, secondo la documentazione degli atti probabilmente poco fondate, capaci in ogni caso di determinare un certo indottrinamento quando siano dette, ripetute decine e decine di volte senza confronto, senza dialettica, da un foglio cattolico.
    Se La Voce del Popolo intende essere settimanale politico, è bene allora che si apra al confronto e alla dialettica. Io sono uno di quei cattolici che settimanalmente viene attaccato come moderato, conservatore, borghese eccetera. Non provo alcuna emozione, perché la mia vita e militanza politica sono tutte di altro segno; provo fastidio per la deformazione della verità, l'unilateralismo e talvolta la faziosità.
    A questa siamo giunti esplicitamente su fatti locali. È stato votato recentemente il segretario cittadino della Dc Artusi, persona degna e incensurabile, l'indirizzo del quale non è per l'accordo con i comunisti.
    Abbiamo fatto la scelta politica che in coscienza ritenevamo e riteniamo giusta: non abbiamo scelto il candidato Valente, dichiaratamente aperto all'accordo con i comunisti.
    E allora? Siamo stati accusati di un'alleanza che non c'è: infamati per una confluenza di voti con Calleri, mentre nessuna infamia è insinuata verso chi ha votato insieme con Bonsignore. Certo due nomi che al presente hanno procedure giudiziarie aperte.
    Caro direttore, mi dia atto di questo primo cenno sul Suo giornale ed abbia la amabilità di rispondere alla proposta che Le ho fatto, perché, questa nostra chiesa torinese non sia ridotta a pochi intimi."

  • Note

    carta intestata "Senato della Repubblica"


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