Minuta di lettera di Carlo Donat-Cattin a Mariano Rumor, Roma 13 dicembre 1968
Unità archivistica
Segnatura archivistica
FCDC TO Archivio Carlo Donat-Cattin 1085
Data
13/12/1968
Contenuto
"Sono rimasto veramente sorpreso nel venir a sapere che - nella ripartizione di sei sottosegretari assegnati alla sinistra - al gruppo di Forze Nuove ne spetterebbero soltanto tre.
Non voglio rifarmi alla proposta che mi venne da Galloni, senza alcuna mia richiesta (un ministro e due sottosegretari alla Base). Voglio invece soffermarmi sul fatto che la Base, quando avesse ottenuto tre sottosegretari, avrebbe tutti i suoi uomini con più di una legislatura al governo, esclusion fatta per Bo (che non appartiene proprio alla famiglia tanto che la sua firma non è stata apposta al documento presentato dalla Base in Consiglio nazionale).
E mi riferisco soprattutto ai dati numerici di adesioni parlamentari ai due gruppi, come le ho documentate oggi - indicando nominativo per nominativo per iscritto - all'amico Bisaglia. Noi contiamo 40 adesioni, la Base ne conta 24 e 2 sono gli elementi che si rifanno ad entrambi i gruppi: siamo quindi - per semplicità di calcolo - 41 Forze Nuove (61,5%) e 25 Base (37,5%).
La ripartizione percentuale di 6 sottosegretari (16,66% di quoziente per ciascuno) assegnerebbe 3 sottosegretari a noi con un resto molto alto e cioè di 11,52 e 2 alla Base con un resto di 4,18: non esistono quindi dubbi sull'assegnazione del quarto sottosegretario a Forze Nuove.
Se si parla di "compensazioni" per l'assegnazione dei tre ministri - a parte il valore assai relativo del secondo - col quoziente di 33,33 uno viene a Forze Nuove e uno alla Base con quozienti pieni; il terzo poi va a Forze Nuove per il resto di 28,18 (quasi pieno) mentre alla Base rimane un resto di 4,17, piuttosto modesto.
Credo che la Base abbia un più che equo compenso con la presidenza di una Commissione parlamentare, alla pari di Forze Nuove: e alla Camera la Base conta 15 deputati, noi 35!
Devo confermarti che gli amici Zanibelli e Mengozzi hanno dichiarato con estrema chiarezza al presidente del gruppo di ritenere equa la ripartizione 4 a 2: mai è intervenuto alcun accordo per il 3 a 3 e neppure alcun contatto, pensando noi che la questione fosse pacifica data la proposta di Galloni di cui ti ho scritto poc'anzi.
Noi abbiamo indicato - considerando anche la tua segnalazione - i primi quattro nomi nell'ordine: Toros, Sinesio, Buzzi e Cengarle. I primi tre nomi, te ne scongiuro, non dovrebbero essere per alcuna ragione modificati, tenendo conto che dal piccolo drappello nostro al Senato già avete tratto un elemento per far quadrare le proporzioni generali tra senatori e deputati. Seguono poi i nomi di Isgrò, Fortunato Bianchi, Calvi, Girardin e altri. Se occorre, è anche segnalato il senatore Angelini.
La ripartizione tre a tre apparirebbe una evidente punizione nei nostri confronti e rischierebbe di riaprire un dibattito ieri sopito sulla partecipazione al governo. Non te ne scrivo per minaccia, ma soltanto perché ritengo responsabilmente che è utile non accentuare i contrasti, mentre i calcoli numerici e il riconoscimento della politica che abbiamo seguito ci dà ragione.
Tieni conto, infatti, che noi abbiamo avuto peso notevole nel lasciare aperta la strada ai demartiniani, col nostro comportamento in Consiglio nazionale, e nel recuperare l'adesione della stessa Base. Questa nostra azione trova infine - nel programma e nella struttura di governo - ragioni di riserva e di sollecitazione di modifica o di chiarimento: ma si tratta sempre di seguire l'indirizzo segnato, che è oggi il solo validamente praticabile e al quale ti esorterò, insieme con gli amici, perché lo utilizziate.
In questo momento, al di là di queste legittime sollecitazioni, voglio ripeterti che la mia decisione di non accettare gli incarichi offerti è di carattere strettamente politico: dovete confrontarvi con una sinistra reale, altrimenti la Dc diventerà il partito conservatore italiano.
Sul piano personale abbiti l'augurio più fervido nell'attesa di un'azione efficace e rivolta a ridare fiducia e speranza a chi attende giustizia e onestà da uno Stato più efficiente".
Unito: numero de «Lo Specchio» del 6 ottobre 1968 con articolo "I Falchi all'Americana" sulla riunione del gruppo dei Falchi democristiani all'Hotel Americana di Roma del 26 settembre.
Note
pubblicata in L'Italia di Donat-Cattin. Gli anni caldi della Prima Repubblica nel carteggio inedito con Moro, Fanfani, Rumor, Forlani, Andreotti, Piccoli, Zaccagnini, Cossiga, De Mita (1960-1991), a cura di V. Mosca e A. Parola, Marsilio, Venezia 2012