Fondazione Carlo Donat-Cattin - Polo del '900

Minuta di lettera di Carlo Donat-Cattin al presidente del Consiglio dei Ministri Giulio Andreotti, Roma [26 agosto 1977]

Unità archivistica
  • Segnatura archivistica

    FCDC TO Archivio Carlo Donat-Cattin 1183

  • Data

    26/08/1977

  • Contenuto

    "Non ti nascondo che ho letto con una certa sorpresa quanto mi chiedi con il tuo appunto del 26 agosto 1977.
    Non mi pare infatti che tra gli adempimenti preliminari alla legge di ristrutturazione e di riconversione industriale debba essere attribuito un peso particolare alla rilevazione delle situazioni di crisi aziendali esistenti nel settore industriale. Sarebbe un modo per alimentare errate aspettative nei confronti di una legge che, per unanime volontà dei gruppi parlamentari, opera esclusivamente in funzione di programmi finalizzati articolati per comparti produttivi. Noi avevamo presentato il d.d.l. con un articolo 13, il quale prevedeva, con notevoli cautele, interventi di salvataggio fuori dei programmi di settore, ma quell'articolo è stato rigettato quasi con sdegno dal Parlamento.
    Coerentemente con questa impostazione di legge, sto predisponendo gli strumenti organizzativi per la raccolta e la elaborazione dei dati conoscitivi necessari per redigere la relazione sulle condizioni dell'industria e dell'occupazione industriale prevista dalla nuova legge e per la definizione delle direttive, degli obbiettivi e dei settori di intervento.
    L'opinione generale sull'andamento produttivo dell'occupazione è dominata dalle notizie di carattere aziendale, prevalentemente di crisi e licenziamenti. Noi dobbiamo cercare una valutazione ed una impressione corrette, macroeconomiche, della realtà e della prospettiva, anche per giustificare la non propensione a singoli interventi di salvataggio assistenziale.
    Emergerà sempre un quadro di moderata recessione, un po' meno pesante di quella prevedibile all'inizio dell'anno, quando era stato formulato tenendo conto della proiezione delle misure deflattive decise il 3 novembre del 1976. Sono intervenute da allora alcune misure di alleggerimento dell'economia produttiva - la fiscalizzazione degli oneri sociali e la riduzione del costo del denaro - mentre sul piano internazionale, la politica deflattiva tedesca ha incontrato tali difficoltà da indurre proprio in queste settimane ad un cambiamento. Chiuderemo tuttavia il 1977 con un bilancio occupazionale passivo nell'industria.
    Noi auguriamo tutto il successo alla legge sulla disoccupazione giovanile. Ma non possiamo modificare un giudizio già espresso nel 1976.
    L'avvio della legge sulla disoccupazione giovanile non ha capacità di modificare il saldo. Essa fa correre il rischio di uno sfondamento nel settore del pubblico impiego, senza garanzie di selezione, degradante e parassitario. Nell'industria si potrebbero determinare limitate rotazioni di personale, nulla esistendo per incrementare l'occupazione attraverso l'aumento della domanda e la quantità e la qualità degli investimenti.
    Un quadro di qualche grado meno negativo sembrerebbe presentarsi per gli investimenti. La nostra posizione iniziale era di una lieve riduzione anche per il 1977; la Confindustria ha presentato l'ipotesi di un aumento del 2,1 per cento, fondata però sull'incremento in settori nei quali, in verità, non si stanno realizzando (estrattive, mezzi di trasporto e gomma, elettriche etc.). Alcune speranze nascono dalle recenti misure finanziarie, che paiono però insufficienti, almeno con effetti sul 1977.
    In ogni caso, nella previsione che giunge alla fine del 1978, gli indicatori concordano nella netta differenziazione tra Sud e Centro Nord: il Sud con una riduzione media del 5 per cento degli investimenti rispetto al 1976 e il Centro Nord in moderato o lievissimo aumento.
    In un periodo nel quale gli investimenti sono quasi sempre intensivi ed aggiuntivi (fatti cioè su impianti esistenti e per risparmiare personale, l'aumento del costo del quale continua ad essere del tutto abnorme rispetto alle altre economie industriali, di mercato e no), il recupero di produttività è notevole. L'attenuata riduzione di personale del 1977 nell'industria si spiega con le coperture date dal sistema di protezione sociale: ma prima o poi si metterà in evidenza per intero, con maggiore riflesso nel Sud.
    Diventa perciò indilazionabile, ancor prima di avere disponibili gli strumenti - non ... - per la programmazione industriale di alcuni settori e la ......., decidere su quel che è fattibile per una forte modificazione della tendenza, senza alterazioni sostanziali delle politiche dirette a raffreddare l'inflazione".
    Continua la sua relazione, esponendo nel dettaglio i dati e le linee per gli adempimenti preliminari alla legge di ristrutturazione e riconversione industriale.

  • Note

    carta intestata "Il Ministro per l'Industria il commercio e l'artigianato"; pubblicata in L'Italia di Donat-Cattin. Gli anni caldi della Prima Repubblica nel carteggio inedito con Moro, Fanfani, Rumor, Forlani, Andreotti, Piccoli, Zaccagnini, Cossiga, De Mita (1960-1991), a cura di V. Mosca e A. Parola, Marsilio, Venezia 2012


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