Fondazione Carlo Donat-Cattin - Polo del '900

Lettera di Giulio Andreotti a Carlo Donat-Cattin, ministro dell'Industria Commercio e Artigianato, Roma 25 novembre 1978

Unità archivistica
  • Segnatura archivistica

    FCDC TO Archivio Carlo Donat-Cattin 1204

  • Data

    25/11/1978

  • Contenuto

    "Caro Donat-Cattin,
    ho ricevuto la lettera con la quale, nel formalizzare la decisione da te presa accettando di dedicarti all'attività di partito nel ruolo impegnativo di Vicesegretario nazionale, rassegni le dimissioni da Ministro dell'Industria, Commercio ed Artigianato.
    Ti ringrazio non solo per i sentimenti personali espressi nella lettera, ma per tutto il lavoro svolto in questi ventisette mesi nei quali hai cooperato, in una posizione resa ancor più importante dai problemi da risolvere, a rendere efficace l'azione di governo, in circostanze - ordinarie e straordinarie - sempre molto difficili sotto i più diversi aspetti.
    Il dovere politico-morale di considerare in ogni circostanza il legame tra il governo e i Gruppi che lo sostengono in Parlamento può essere da taluno - ma non da te, fine politico e protagonista diretto - talora interpretati come soggiacenza all'uno o all'altro partito. In realtà, un Gabinetto monocolore deve avere in proposito una sensibilità particolare ancorata con cristallina chiarezza all'attuazione del programma governativo e al raggiungimento dei grandi traguardi - ricostruttivi e riformatori - assunti come fine di un così eccezionale rapporto di maggioranza.
    A tal fine può giovare al governo e alla Democrazia cristiana anche il dare cenno di superamento di un meccanismo intercorrentizio, che accentua il nostro senso dello Stato e che può dar forza ad un monocolore quando per considerazioni generali questo sia destinato ad avere una durata superiore a quella dei "ponti" altre volte sperimentati.
    Naturalmente, il criterio suddetto deve essere, nella D.C., erga omnes e di questo dovrà tenersi il debito conto.
    Tu sai bene, del resto, che l'idea di chiedere a Romano Prodi di venire a lavorare nel governo non è stata minimamente di altri partiti e che nessuno può certo attribuire al nostro nuovo collega ministeriale qualità politicamente meno caratteristiche di quelle di ognuno di noi.
    Mi auguro che dal Partito continuerà la tua cooperazione al realizzo del programma di governo, incentrato ora in modo accentuato nel Piano Pandolfi e nel nostro rafforzamento comunitario europeo.
    Con vivi auguri anche alla tua famiglia, ti saluto cordialmente.
    Giulio Andreotti"

  • Note

    carta intestata "Il Presidente del Consiglio dei Ministri"; firma autografa; pubblicata in L'Italia di Donat-Cattin. Gli anni caldi della Prima Repubblica nel carteggio inedito con Moro, Fanfani, Rumor, Forlani, Andreotti, Piccoli, Zaccagnini, Cossiga, De Mita (1960-1991), a cura di V. Mosca e A. Parola, Marsilio, Venezia 2012


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