Fondazione Carlo Donat-Cattin - Polo del '900

Copia di lettera di Carlo Donat-Cattin al presidente del Consiglio Francesco Cossiga, Roma 19 dicembre 1979

Unità archivistica
  • Segnatura archivistica

    FCDC TO Archivio Carlo Donat-Cattin 1234

  • Data

    19/12/1979

  • Contenuto

    "Caro Cossiga,
    è viva preoccupazione della Democrazia cristiana la prospettiva energetica delineabile partendo dalla condizione nella quale si trovano il Paese e il suo governo: insufficienza grave nell’approvvigionamento di grezzo e blocco di fatto a nuove costruzioni di centrali nucleari e gravi difficoltà per quelle convenzionali e addirittura per le centrali turbo-gas e per i residui possibili sistemi idroelettrici sono alcuni degli elementi che si aggiungono alle nostre naturali difficoltà.
    Occorre perciò un’azione organica sulla quale ti sottopongo alcune considerazioni.
    1. La vicenda del contratto con l’Arabia Saudita, al di là di ogni giudizio di merito, ha deteriorato l’immagine dell’Eni. Occorre agire con energia per ricostituirne il prestigio. È indispensabile, intanto, verificare se l’Eni sia almeno in grado di assicurare le quantità globali che si era impegnato ad importare nel 1980, in particolare nel primo trimestre.
    2. Per le informazioni del ministero dell’Industria, il “buco” 1980 era di 23 milioni di tonnellate, in ordine agli impegni delle compagnie, prima della vicenda saudita, che lo ha allargato. È vero che si è formato un più largo mercato di partite occasionali (prima del 2-3%, ora del 16-18%), ma noi non abbiamo al presente una valida presenza sul mercato “spot”.
    È necessario perciò:
    a) operare ad alto livello nei confronti delle Compagnie internazionali perché assicurino al nostro Paese quantità addizionali di greggio rispetto a quelle fornite nel 1979;
    b) riduzione dell’attività dei committenti esteri in favore del greggio importato in definitiva; oppure l’obbligo a lasciare parte dei prodotti da nazionalizzare;
    c) dare sostegno agli operatori nazionali nei confronti dei Paesi normali fornitori: Iraq, Libia, Egitto, Kuwait etc. (con un tuo viaggio, facendo premure su chi ha debiti con noi). Dai dati che sono stati forniti dal ministero dell’Industria risulterebbe che da quella direzione nel giro di due anni gli operatori nazionali – compresi i petrolchimici – passerebbero da 34 milioni di tonnellate a poco più di 10 milioni di tonnellate nel 1980. È evidente che una situazione di questa natura, ove non venisse affrontata radicalmente dal Governo, sostenendo la funzione del pubblico e dei privati approvvigionatori, raffinatori e distributori di prodotti, darebbe luogo a grossi problemi di natura sociale, economica e finanziaria.
    Va poi ricordata la particolare situazione del gruppo Monti e il difetto nel quale si trova l’Eni, per non aver dato corso ai provvedimenti previsti dalla delibera Cipe del 23/12/1977 che apriva una strada corretta per l’esame dei problemi derivanti dalla crisi di quel gruppo;
    d) attuare una politica di limitazione dei consumi e soprattutto di sviluppo delle fonti alternative. In questa materia siamo in forte difetto e il nuovo decreto legge, pur fornendo una prima estemporanea risposta, non affronta il problema della conservazione e del risparmio dell’energia e quello, pur rilevante, dello sviluppo delle fonti alternative;
    e) semplificare i meccanismi che regolano i prezzi dei prodotti petroliferi o quanto meno l’urgente passaggio del gasolio dal regime di prezzo amministrato a quello sorvegliato.
    Era un impegno che il presidente Andreotti aveva assunto nei confronti delle grandi società petrolifere dopo le grosse perdite che esse avevano registrato negli anni 1976-1977, impegno che si è ritenuto opportuno non tradurre in azione, inventando pericolosi meccanismi di contribuzioni a fondo perduto, che non danno alcuna soluzione ai problemi di fondo dell’approvvigionamento petrolifero.
    È molto probabile che, quando si chiederanno alle compagnie internazionali maggiori quantità di greggio, sarà fatto valere il mancato rispetto all’impegno in precedenza assunto.
    Certamente la bassa remunerazione del barile di greggio nel nostro Paese rispetto al resto della Comunità economica europea, è, almeno in parte, alle origini dello scarso approvvigionamento nel nostro Paese.
    3. Consentimi di richiamare la tua attenzione sul difficile coordinamento della materia fra i diversi ministeri. Il ministero delle Partecipazioni statali si occupa di carbone, quello della Ricerca scientifica di energia, tutti si occupano di energia solare. La delibera del Cipe del 23/12/1977, elaborata sulla base delle conclusioni della XII Commissione dell’Industria della Camera e della risoluzione della Camera, dispone diversamente e non credo che la confusione giovi alla chiarezza ed al più proficuo lavoro del governo su materia così scottante.
    Il centro naturale di direttiva e di coordinamento è la Direzione generale delle fonti di energia presso il ministero dell’Industria. Occorre coordinare su di esso gli altri ministeri ed enti.
    4. Una serie di d.d.l. presentata la scorsa legislatura (idrocarburi, fonti alternative, etc.) non sono ancora stati ripresentati e giacciono presso qualche ufficio legislativo. Occorre rimuovere l’inerzia o gli ostacoli.
    5. L’Enel ha bisogno di una capitalizzazione anche più alta dei 3000 miliardi in aggiunta che erano oggetto di un d.d.l. della scorsa legislatura. Sia pure cadenzando negli anni occorre dare certezza – con la legge – di quell’aumento di capitale.
    6. Deve essere individuata una strada diversa, in sede nazionale, con accordo politico, per la localizzazione delle centrali.
    7. Occorre costituire un organo per la politica e l’approvvigionamento del carbone. Obbligare l’Enel e alcune industrie di base a farne uso crescente, secondo un programma preciso. Fare il porto-carbone e centrali a Gioia Tauro. Accelerare l’avviamento dello sfruttamento del Sulcis".

  • Note

    carta intestata "Democrazia Cristiana. Direzione centrale. Il Vice segretario politico"; pubblicata in L'Italia di Donat-Cattin. Gli anni caldi della Prima Repubblica nel carteggio inedito con Moro, Fanfani, Rumor, Forlani, Andreotti, Piccoli, Zaccagnini, Cossiga, De Mita (1960-1991), a cura di V. Mosca e A. Parola, Marsilio, Venezia 2012


Per informazioni e consultazione scrivere a:

archivio.biblioteca@polodel900.it