Fondazione Carlo Donat-Cattin - Polo del '900

Copia di lettera di Carlo Donat-Cattin al ministro per gli Affari sociali Rosa Jervolino Russo, Roma 15 giugno 1988

Unità archivistica
  • Segnatura archivistica

    FCDC TO Archivio Carlo Donat-Cattin 1447

  • Data

    15/06/1988

  • Contenuto

    "Gentile ministro,
    mi spiace di non aver potuto ascoltarla stamane e quindi di risponderLe sugli appunti di Vittorino Carra:
    1) Il d.d.l. 1942 è di riordinamento strutturale: non può parlare né di giovani, né di anziani, né di cardiopatici, né di dementi. Esso ha un'appendice di articoli, su problemi vari, ritenuti urgenti ma non invasivi della materia propria dei P.S.N.: tali problemi preferiremmo vederli passare in blocco anziché essere uno per uno sottoposti al lungo stillicidio dei singoli d.d.l.. C'e un punto che riguarda il controllo rispetto alle condizioni di agibilità degli attuali ricoveri o case di riposo. Non disturba le politiche di indirizzo.
    2) Dopo le elezioni in Friuli, entro il 15 luglio, presenteremo il P.S.N., nelle linee generali e in sette progetti obbiettivo: compreso quello per l'anziano. Le due commissioni che si occupano di Sanità dovranno discuterlo (non è legge) e approvarlo prima dell'approvazione della Finanziaria: la Finanziaria '89 prevederà le spese connesse. Si risponde così alla legge di finanziamento prevista dalla 595.
    3) Nella "finanziaria" '88 è previsto un fondo a mutui per elevare il conto capitale del S.S.N.. L'assistenza domiciliare, in sé, è spesa corrente. Tra i criteri di spesa, quello per i 140mila posti per anziani, li prevede fuori delle strutture ospedaliere. Investimenti a domicilio sono finanziabili diversamente e, credo, marginali. L'assistenza a casa (spesa corrente) ha un privilegio nel progetto finalizzato: bisognerà vedere se le famiglie ne vorranno usufruire.
    Con il primo stralcio triennale in c.c. (10.000-10.500 miliardi) potremo provvedere a 60 mila posti per anziani fuori degli ospedali pari al 25 per cento statistico degli ultrasessantacinquenni non
    autosufficienti (il 3 per cento di 8 milioni e uguale a 240 mila): rimane un larghissimo spazio per l'assistenza sanitario-sociale a casa. E rimarrà del 50 per cento al termine di 7-8 anni quando gli
    ultrasessantacinquenni saranno oltre 9 milioni e il 3 per cento 270 mila. E' chiaro che, ove la tendenza familistica fortunatamente, e pure inopinatamente, prevalesse, dopo il 25 per cento dedicato nel triennio a varie forme di residenze collettive, c'è tutto il tempo per gli aggiustamenti necessari.
    Dopo aver lamentato il degrado edilizio del sistema e la scarsissima dotazione di strutture intermedie per anziani e handicappati mi sembra positivo avere ottenuto 30 mila miliardi in più
    in un ciclo di anni da 10 in giù (dipende dalla velocità della spesa).
    Ora bisogna ottenere - per il P.S.N. - le differenze di spesa rispetto alla sostituzione di una parte dell'attuale."

  • Note

    carta intestata "Il Ministro della Sanità"; firma autografa


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