Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci di Torino

3. Retravailler: un metodo da vivere autrice: Jacqueline Périer per la serie de' I Quaderni di Cora

Unità archivistica
  • Segnatura archivistica

    Fipag / Cora / b.66

  • Data

    Ottobre 2004

  • Contenuto

    Il volume di 87 pagine di Jacqueline Périer "Retravailler: un metodo da vivere" tradotto ed editato a cura di CORA, la rete italiana dei Centri Retravailler, nel 2004, presenta l'approccio sociologico ai problemi dell'occupazione sul quale si basa la metodologia proposta da Evelyn Sullerot trent'anni prima.     Orientamento come luogo di incontro tra l'insieme delle possibilità, aspirazioni e competenze professionali dell'individuo da una parte, e dall'altra parte, la situazione del mercato del lavoro e dei sistemi di accesso. E' un crocevia" scrive la fondatrice francese nella prefazione.
    Riprendendo gli studi di Denis Pellettier e Bernadette Dimora l'autrice illustra come " le problematiche dell'orientamento si pongono nel punto di convergenza in cui si intreccia la doppia dinamica della trasformazione del mondo socio-economico e dell'evoluzione personale dell'individuo".
    E precisa ancora: " l'orientamento ha a che fare con campi ampi e diversi, psicologici, sociologici, economici e pedagogici, in un'ottica di evoluzione permanente. Trascurare uno di questi elementi porterebbe a limitare le possibilità di scelta e rischierebbe di condurre a strade sbagliate. E questo significa che è necessario considerare tutte queste dimensioni, non cogliendole in modo isolato o frammentario ma utilizzando uno strumento che favorisca un'interazione costante di tutti questi campi. Questa è la scelta effettuata da Retravailler. La realizzazione di questo strumento rinvia inevitabilmente a problemi fondamentali quali il ruolo dei consulenti di orientamento, delle persone che intervengono nei corsi, degli utenti....Infatti, se si considera la persona come un esploratore e le si danno i mezzi per scoprire le potenzialità personali e professionali, di conoscere le caratteristiche del contesto e di valutarle non come elementi immutabili e definitivi, ma come dati in evoluzione e in interazione, essa sperimenta dei sare fare e dei saper essere che potranno essere utili nel suo futuro percorso professionale e personale.
    Il testo dà quindi conto delle tipologie di donne presenti nei corsi dal 1975, delle loro motivazioni per ritornare al lavoro: psicologiche, economiche, professionali; descrive l'innovatività della metodologia, la strategia pedagogica e la struttura dell'intervento.
    Un capitolo a sè viene destinato al "gruppo" concepito come partner fondamentale nel processo di orientamento e scelta: "Il gruppo come spazio di transizione tra il gruppo famigliare e il gruppo professionale, apporta dinamismo ed entusiasmo. Attraverso uno sguardo allargato e il gioco delle identificazioni, consente ad ogni corsista di riconoscersi attraverso le altre, di prendere nuova consapevolezza, di cogliere le differenze. Suscita curiosità, desiderio di essere attiva. Il gruppo riunendo persone che possono avere diversi modi di ragionare, stimola la creatività."
    In chiusura del testo viene trattato il rapporto tra la/il consulente di orientamento e il gruppo riferendosi in particolare agli studi di Kurt Lewin ma apportandovi alcune sfumature.
    Le conclusioni sono lasciate alle affermazioni delle corsiste.
    La bibliografia consente di rintracciare i fondamenti teorici della metodologia confermando al tempo stesso l'attualità dei suoi principi ispiratori.

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