Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci di Torino - Polo del '900
"Innovazioni legislative in atto dalla 142 alla Bastianini", Mercedes Bresso, Adriano Benzoni, Torino, giovedì 3 dicembre1998 ]
Unità archivistica
Tipologia
Unità archivistica
Data
3 dicembre 1998
Descrizione
Relazioni di Mercedes Bresso e Adriano Benzoni ” Innovazioni legislative in atto dalla 142 alla Bastianini” del 21 aprile 1998 tenuta nell’ambito della Scuola di formazione civile e politica. Mercedes Bresso. presidente della provincia di Torino, relaziona sul processo di riforma degli enti locali iniziata nel 1990 con la legge 142 e proseguita con norme più operative con la legge Bastianini, ministro del governo Prodi. Si evidenzia che si tratta di riformare una situazione molto complessa in uno stato, quello italiano; che è il più accentratore di tutta Europa tentando di codificare i rapporti tra tecnici e politici e separare le funzioni delle giunte e dei consigli, con lo scopo di rendere più funzionali e snelle le procedure amministrative; tenendo anche conto della elezione diretta dei sindaci e dei presidenti delle provincie e in vista del decentramento legato alle regioni. Interviene Adriano Benzoni dirigente dei servizi sociali del comune di Bollate (MI). Analizza la riforma legislativa della pubblica amministrazione in relazione alla riforma della rappresentanza e alle variazioni intervenute nella vita politica in seguito a tangentopoli: ravvisa che lo sforzo di rendere più efficiente il funzionamento riduce in pratica gli spazi di democrazia; ritiene che il modello di funzionamento individuato vada considerato come un passaggio e non come un punto di arrivo, sottolinea infine che la scomparsa dei partiti politici tradizionali priva il politico di una serie di analisi dei problemi che gli arrivava dalla base e lo rende più soggetto alle sollecitazioni delle associazioni organizzate, mentre i tecnici attingono alle comunità professionali e quindi al mantenimento dell'esistente. Si dovrebbero dividere gli ambiti di intervento lasciando ai politici la programmazione e l'innovazione e ai tecnici la gestione dell'esistente. Nel dibattito si solleva il problema dei piccoli comuni per i quali dovrebbe essere definita una legislazione specifica, la possibilità di applicare la gestione associata e le convenzioni con la Provincia. La definizione e il possibile funzionamento della città metropolitana. Resta il problema della nuova funzione degli assessori e dei consiglieri che devono trovare un giusto equilibrio tra efficienza e salvaguardia della democrazia; il tutto unito alla necessità di formazione sia del quadro tecnico che di quello politico.